Epifania del Signore 6/1/2023
-Dopo il Vangelo abbiamo proclamato l’annuncio della Pasqua, perché in questa festa viene anticipata tutta la luce e la gioia incontenibile della risurrezione di Cristo. Quando qualcosa ci dà gioia, lo attendiamo con trepidazione e in qualche modo cerchiamo di anticiparlo, di affrettarlo: così fa la liturgia della Chiesa, che è la Sposa che attende con ardore la venuta dello Sposo. Tre mesi prima, annuncia a tutti la luce e la gioia della Pasqua di Gesù.
-Il profeta Isaia annuncia al popolo di Israele un fatto straordinario e inatteso: tutti i popoli verranno portando doni e ricchezze, attratti dalla sua luce. Questa profezia si compirà con la venuta dei Magi dall’oriente a Gerusalemme e poi a Betlemme, ad adorare il Signore, il re dei Giudei che è nato. Sembra però che su una cosa il profeta si sia sbagliato: non c’è nessuna gioia da parte della gente di Gerusalemme alla venuta dei Magi e all’annuncio della nascita del Messia. Anzi, sembrano tutti tra il seccato e lo spaventato. Gli unici a palpitare di gioia sono proprio i Magi, attirati dalla luce della stella e confermati dalla parola delle Scritture.
-Noi siamo il popolo di Dio, di noi parla oggi la Scrittura. Proviamo a cogliere alcuni messaggi per la nostra vita.
-Il primo è un messaggio bellissimo. È l’invito a non lasciarci scoraggiare dalle delusioni della vita. Accorgiti della tua bellezza sfolgorante! Tu sei luce, perché Dio ti illumina col suo amore. È vero, il mondo è immerso nel buio fitto del male, un male che sembra pervadere ogni cosa e che ci fa perdere la speranza, ci fa sentire sbagliati, falliti. Ci fa dimenticare della nostra bellezza e della luce di cui siamo portatori. Ci fa quasi vergognare di questa luce, della gioia del Vangelo; per questo forse facciamo tanta fatica a testimoniare la nostra fede.
-Oggi il Signore ti dice: non vergognarti della tua luce! Accorgiti di cosa Dio vuole compiere per te e attraverso di te. Ogni uomo è alla ricerca di qualcosa, e tu hai in te quello che l’umanità sta cercando!
-Il secondo messaggio è una domanda: se è vero che «tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa», tu vivi la tua fede di conseguenza? Sei cristiano per te stesso o per gli altri? Vivi come un figlio unico o come fratello di tanti altri? Senti che il tuo essere cristiano comporta necessariamente il fatto di aprirti a coloro che non lo sono ma che sono comunque alla ricerca della verità, sapendo che anche loro sono chiamati con te? Oppure tendi a difenderti dal mondo che ti circonda, creandoti la tua comunità ideale e trincerandoti dietro le tue certezze, guardando con un po’ di sufficienza gli altri che sono fuori, il collega di lavoro che non va in chiesa, il compagno di classe che dice di non credere in niente?
-Il terzo messaggio ci viene dall’incontro dei Magi con la corte di Erode. Lì tutti conoscono le Scritture e le sanno interpretare correttamente; eppure nessuno si muove; la notizia della nascita del Messia tanto atteso non porta alla gioia, ma al turbamento. Non sono le cose che sai a portarti da Gesù. Occorre avere uno sguardo capace di scrutare l’orizzonte e un cuore grande capace di amare fino a rimettere in discussione tutta la propria vita e le proprie certezze. La paura invece soffoca l’amore e rende ciechi, prigionieri dell’ideologia. Guai se la nostra fede diventa un’ideologia: ogni volta che questo è accaduto e accade nella storia, provoca la strage di innocenti, come vediamo oggi in Iran, dove si uccide in nome di Dio.
-Lasciamo che la luce di Gesù rifulga nella vita della sua Chiesa, nella nostra vita, e che non ce ne vergogniamo mai, perché tanti cercatori di verità e di bene anche attraverso di noi possano incontrare e adorare il Signore.