Nella domenica di Avvento che la tradizione della Chiesa dedica alla gioia, viene da chiedersi: il cristianesimo è ancora oggi una bella notizia? Per chi? Quali ciechi, zoppi, sordi e lebbrosi sono beneficiari del suo annuncio nelle nostre comunità, volendo attualizzare le letture della domenica?
Le ricerche della scienza e della tecnologia hanno certamente ampliato la qualità e la durata della vita. La nostra società ha saputo ridurre l’impatto negativo di varie menomazioni, dalla sordità alle difficoltà motorie. Ma ciò non è bastato a salvare il mondo dalla povertà, dall’infelicità, dalla morte.
La salvezza di Dio passa attraverso la forza dell’amore: chi è più debole o scansato dal mondo ha bisogno di essere visto, sentito, compreso e aiutato. Nella comunità dei discepoli con Gesù non avevano asilo il rifiuto e la solitudine. La sobrietà si sposava con la fede nella provvidenza divina, lasciando spazio alla semplicità, alla meraviglia, alla gratitudine. Non ci fu tempesta in grado di annegarla, tradimento in grado di distruggerla, morte in grado di ucciderla. Anzi, il Maestro aprì la porta all’irruzione della luce e dello Spirito di Dio nelle vite di chi lo accolse, riempiendoli della certezza della risurrezione.
Anche oggi i cristiani sono portavoce e testimoni di questa realtà. Il mondo, anche quando lo nega, ne ha ancora bisogno. Ha bisogno di un Cristo che lo conduca alla felicità piena, eterna, infinita.
Ho bisogno di te – dice il Signore – per portare la salvezza dell’amore.
Ci sono ciechi che non sanno vedere un palmo oltre se stessi,
chiusi nel proprio individualismo e nella propria presunzione.
Ci sono ciechi perché ignoranti, insoddisfatti o pretenziosi.
Ci sono ciechi perché impauriti da ciò che non conoscono,
o mai educati a osservare, che è più di guardare,
Ci sono zoppi che marciano
guidati dall’istinto o dall’emozione,
incapaci di costruire una riflessione
o trovare un senso al proprio andare.
Ci sono zoppi che scelgono
di stare fermi, di non rischiare,
di adagiarsi nella tranquillità
del dolce far nulla o percorrere le solite vecchie strade.
Ci sono poveri di legami, di affetti e di attenzioni.
Poveri di interiorità, di fantasia e di argomenti.
Poveri senza arte né parte,
poveri di gioia e di amore.
Ci sono lebbrosi apparentemente sani,
ma sempre emarginati.
Schifati dalla gente, reclusi per la loro storia,
lontani da ciò che è ritenuto normale, ma sempre esseri umani.
Ci sono morti apparentemente vivi,
morti nell’entusiasmo o nella speranza,
nel cuore o nei pensieri. Per tutti ho parole e percorsi di salvezza,
ma oggi possono passare solo attraverso di te.
Aiutami a costruire il mio Regno nel tuo mondo
nell’attesa di ritrovarlo perfetto nel mio.
DAI DISCORSI DI PAPA FRANCESCO
Apriamo i nostri cuori a ricevere la grazia del Natale. Gesù stesso è il “giorno” luminoso che è sorto all’orizzonte dell’ umanità. Giorno di misericordia, nel quale Dio Padre ha rivelato all’umanità la sua immensa tenerezza. Giorno di luce che disperde le tenebre della paura e dell’angoscia. Giorno di pace , in cui diventa possibile incontrarsi, dialogare, e soprattutto riconciliarsi. Giorno di gioia: una “gioia grande” per i piccoli e gli umili, e per tutto il popolo. Dove nasce Dio, nasce la speranza: Lui porta la speranza. Dove nasce Dio, nasce la pace. E dove nasce la pace non c’è posto per l’odio e per la guerra.