-L’appellativo di Maria come Madre di Dio è molto antico. Come spesso capita, nasce dalla fede del popolo cristiano, e ad un certo punto viene definito in modo ufficiale dalla Chiesa come dogma teologico al Concilio di Efeso (431), per sottolineare che Gesù è vero Dio e vero uomo.
-Senza nulla togliere alla portata di questo dogma nella storia della Chiesa, credo sia bello sottolineare il suo valore per la fede del popolo, dato che non tutti siamo teologi, ma tutti siamo figli. La devozione a Maria non vuole oscurare la centralità di Cristo, ma riconoscere che Cristo si è fatto nostro fratello nascendo da una madre, come noi. L’unico cenno che san Paolo fa nelle sue lettere alla figura di Maria è quello che abbiamo ascoltato nella seconda lettura e si riferisce alla sua maternità: «Dio mandò il suo Figlio, nato da donna». Chiamare Maria “Madre di Dio”, per noi cristiani, non è solo un modo per onorare Maria, ma è anche riconoscere un grande onore che ci è stato fatto, perché Maria è anche Madre nostra, “Madre della Chiesa”. Siamo familiari di Dio, siamo fratelli in Cristo.
-Ci fa bene ricordarci di questo nella Giornata Mondiale della Pace. Nel suo Messaggio il Papa sottolinea come l’esperienza di questi anni ci ha insegnato «che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, che il nostro tesoro più grande, seppure anche più fragile, è la fratellanza umana, fondata sulla comune figliolanza divina, e che nessuno può salvarsi da solo».
-Abbiamo fatto (e facciamo) l’esperienza tragica di come l’individualismo sfrenato ci abbia portato ad essere tutti dei figli unici di noi stessi, nell’illusione che questo potesse portarci alla pace e ad una vita tranquilla, mentre invece ha moltiplicato le disuguaglianze, le ingiustizie, le povertà, i malesseri e i conflitti. Anche dal punto di vista politico e sociale, questo modello egoistico in cui ognuno pensa ai propri interessi e considera gli altri solo dal punto di vista del proprio tornaconto ha portato e porta tuttora a situazioni drammatiche, dalla pandemia alla guerra, all’emergenza climatica, alla morte tragica di migliaia di persone nei nostri mari nella sostanziale indifferenza di chi dovrebbe salvarli.
-Abbiamo bisogno di riscoprirci fratelli, figli del Dio unico che fa splendere il sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti; figli di Maria, uniti nella fede a Gesù Cristo, nostra speranza.
-Abbiamo bisogno di sentire, come il popolo d’Israele, l’unica grande benedizione di Dio su di noi e sul mondo intero, riconoscendo che l’altro, chiunque egli sia, è un benedetto da Dio e merita la nostra benedizione e il nostro amore.
-Abbiamo bisogno dei pastori, testimoni che facciano risuonare la Parola di Dio e rinascere lo stupore che vinca l’indifferenza del mondo.
-Abbiamo bisogno di imparare da Maria a custodire queste cose meditandole nel cuore, con la pazienza di mettere insieme i pezzi, senza fretta e senza la pretesa di capire tutto subito o di guidare noi la storia.
-Il Signore ci conceda di tornare oggi, come i pastori, alle nostre case e alle nostre occupazioni glorificando e lodando Dio per tutto quello che abbiamo udito e visto, la fedeltà di Dio che ha voluto farsi figlio di Maria per essere per sempre il Dio-con-noi, per rivolgere a noi il suo volto e concederci pace in questo anno che si apre.