-In queste ultime domeniche abbiamo potuto confrontarci con le logiche nuove del Vangelo, che ci destabilizzano e ci mettono in crisi nelle nostre certezze religiose. Un esempio è quello dell’uomo ricco, che pur essendo fedele nell’osser-vare i comandamenti, non è poi disposto a seguire Gesù nella via della povertà. Se gli apostoli (a parte Giuda) non avevano invece particolari problemi con il denaro, avendo lasciato tutto per seguire Gesù, ne avevano poi molti con la questione del potere, come abbiamo visto nelle ultime domeniche: più Gesù parla del suo destino di abbassamento, di sofferenza e di morte, più essi si preoccupano dei propri posti d’onore e delle proprie facoltà. Non riescono proprio a pensare in modo diverso dalla sapienza del mondo.
-Per questo Gesù prima dice a Giacomo e Giovanni: «Voi non sapete quello che chiedete», riferito allo stare accanto a lui nella sua gloria: si tratta di una realtà che non è di questo mondo. Poi a tutti dice: «Voi sapete che coloro che sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse ecc.»: su questo tipo di dinamiche mondane infatti sono tutti esperti.
-Noi dobbiamo ricordarci sempre una cosa: il Vangelo non ci parla di quel che sappiamo, ma di quel che non sappiamo; il Vangelo non serve a gestire in modo corretto le cose di questo mondo, ma a vivere in questo mondo da figli di Dio, con una sapienza nuova, secondo la quale il fine non è questo qualcosa di questo mondo, ma Dio.
-Gesù lo dice con un’espressione molto significativa: «Tra voi non è così». Non usa il congiuntivo, non dice: “Tra voi non sia così”, ma “tra voi non è così” e questo ci provoca molto, perché non si tratta di un’esortazione, ma della constatazione che la Chiesa è per sua natura una comunità alternativa. Come quando Gesù dice ai discepoli: «Voi siete il sale della terra… voi siete la luce del mondo». Non devo sforzarmi di diventarlo, lo sono perché Dio mi ha scelto per questo e perché faccio parte della Chiesa di Gesù.
-Qui però casca l’asino, perché noi vediamo bene come la logica del servizio e del dono della vita non è sempre presente tra di noi, mentre trasferiamo facilmente nella Chiesa l’altra logica, quella dei capi delle nazioni, una logica di potere e di ricerca dei primi posti. Così la gerarchia nella Chiesa, che dovrebbe essere incentrata sul servizio e sul dono della vita, viene vissuta di fatto come una struttura di potere. Anche nel piccolo delle nostre parrocchie, ci accorgiamo che le relazioni di fraternità rischiano continuamente di venire deteriorate dalle invidie, dall’orgoglio, dalla ricerca dei primi posti, con la conseguenza di soffocare l’annun-cio del Vangelo, svuotandolo della sua efficacia e novità.
-In questa Giornata missionaria mondiale è bello che riscopriamo la bellezza della Chiesa come la comunità in cui si vive una sapienza diversa da quella del mondo: la sapienza di coloro che hanno sperimentato l’amore di Gesù Cristo, che è venuto per servire e dare la vita, prendendo su di sé le nostre colpe e facendoci sperimentare già da ora la vita eterna, dove non esistono più primi posti, perché in Dio siamo tutti una cosa sola. Soltanto una Chiesa che si fa serva di tutti potrà continuare ad essere missionaria, una luce in mezzo all’oscurità di questo mondo devastato dalle logiche del potere e della violenza.
-Il Signore ci liberi dalla ricerca dei primi posti e dei consensi umani, perché torniamo ad essere testimoni credibili e gioiosi dell’amore che abbiamo ricevuto.