-Oggi si compie il tempo pasquale: in questi 50 giorni la liturgia ci ha fatto celebrare l’opera di Gesù risorto, che ha donato lo Spirito Santo alla sua Chiesa per renderla missionaria dell’amore di Dio a tutte le genti. Questo è il significato simbolico del racconto degli Atti degli apostoli, quando si dice che gli apostoli «cominciarono a parlare in altre lingue».
-La liturgia però non è mai una commemorazione di eventi del passato, ma celebrazione di un evento che si compie oggi. I 50 giorni trascorsi tra la risurrezione di Gesù e il dono dello Spirito Santo non hanno valore cronologico, ma teologico: indicano la pienezza dei tempi, anticipano il giorno senza tramonto, la vita eterna a cui noi siamo destinati. Ascoltando le letture noi non facciamo un’operazione di conoscenza storica, ma veniamo raggiunti da quell’even-to che si attua per noi. Così ci accorgiamo che il prodigio della Pentecoste è attuale e vuole rinnovarsi oggi, in una Chiesa che sia sempre più missionaria e capace di parlare il linguaggio degli uomini del nostro tempo.
-Ecco la provocazione che questa Parola oggi suscita nelle nostre comunità cristiane: se ci siamo specializzati rispetto ai contenuti della fede, abbiamo bisogno di imparare a parlare una lingua che il mondo possa comprendere. In altre parole, non possiamo più limitarci a lavorare sul “cosa”, ma anche sul “come”. Non è una questione superficiale o estetica, ma è essenziale: la forma è sostanza nell’annuncio del Vangelo, perché il Vangelo è una parola che Dio rivolge alla vita concreta delle persone.
-Non si tratta di insegnare dottrine astratte, ma di illuminare la vita delle persone, di parlare al cuore, di rispondere alle domande profonde, alle paure e ai desideri di chi ci sta di fronte. A che serve se ti dico cose giuste e importanti se sono importanti solo per me? Come potrà aiutarti il fatto di partecipare ad una bellissima liturgia se non hai fatto un’esperienza viva di Dio e della sua azione nella tua storia? Come posso pensare che la tua vita cambi se ti insegno la morale della Chiesa senza prima averti fatto conoscere la bellezza dell’amore di Dio che la ispira?
-Capiamo quanto sia importante la promessa di Gesù agli apostoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità». Non significa che lo Spirito ci rivela verità diverse da quelle del Vangelo, ma che ci conduce sempre più in profondità nella verità di Gesù, che va sempre oltre la nostra comprensione. Quando noi ci sentiamo detentori della verità e non suoi umili servitori e cercatori, finiamo per parlare un linguaggio che la gente non capisce e allontaniamo le persone da Cristo anziché avvicinarle.
«Camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne». Cosa significa? Significa dare fiducia all’azione potente dello Spirito Santo, che lavora nei cuori, piuttosto che confidare sulle nostre capacità o sulle nostre convinzioni personali. Lo Spirito ci mette al fianco delle persone, per camminare con loro; la carne invece ci pone di fronte alle persone per ergerci a maestri e giudici.
-Se la carne ha i suoi desideri, li ha anche lo Spirito. La carne ha desideri autoreferenziali, quello di sentirci superiori agli altri, di creare divisioni tra buoni e cattivi, di attirare la gente a noi stessi. Lo Spirito desidera che tutti possano conoscere l’amore di Dio ed entrare nella gioia di Gesù.
-Lasciamoci infiammare dai desideri dello Spirito: lui ci insegnerà lingue nuove per raggiungere il cuore di tanti che non conoscono l’amore di Dio; ci renderà accoglienti e non giudicanti; ci farà portare frutti di vita nuova, rendendoci credibili agli occhi di questo mondo che il Signore desidera salvare.