Per noi, Signore, non vuoi altro che gioia.
Niente di meno della gioia, non passeggera ma permanente, non limitata ma piena.
È una gioia che viene dall’alto, perché si nutre di fede, riconoscenza e lode.
È una gioia che nasce dallo sguardo puro e meravigliato sulle cose belle, che non sporca o consuma o svilisce, ma coglie e poi libera.
È una gioia che esplode nella festa e nel canto, che sa descrivere un poeta, che si moltiplica incontrando altri.
È una gioia che vive d’amore, per questo impara ad aspettare e sa pagare il prezzo della fatica e del sacrificio.
È una gioia che conduce alla pace, alla consapevolezza interiore
di aver fatto tutto il possibile, all’abbandono fiducioso nelle braccia materne e paterne di Dio.
È una gioia in te, per te, con te.
Tu che sai consolare, guarire e salvare. Tu che sai esultare per i piccoli e i semplici.
Tu che sai far ardere il cuore nel petto
e ci accompagni verso la gioia infinita del cielo
È una delle più belle e incoraggianti pagine del Vangelo, quella che leggiamo oggi. Gesù si rivolge ai suoi discepoli, e quindi a ciascuno di noi, facendo una splendida dichiarazione di amore. Tutto ciò che ha fatto è stato per amore. Ogni parola che ha detto, l’ha pronunciata per regalarci la gioia piena. Ogni comando che ci ha lasciato, è esclusivamente per il nostro bene. Al Maestro e al Signore è dovuto il servizio, ma Gesù ci ha chiamati e trattati da amici. Non ha trattenuto nulla per sé, fino a dare la vita. È questo l’amore più grande, imparato dal Padre. Suo Padre che diventa Padre nostro. Sì, Dio ci ha scelti, siamo tutti voluti e amati da lui. Questo dono d’amore ci è consegnato nella speranza che non sia trattenuto, ma sviluppato e fatto fruttificare. E i suoi frutti, nel momento in cui saranno offerti ad altri, non andranno perduti ma resteranno per sempre nell’umanità. Se il compito in qualche tempo ci sembrerà difficile, non scoraggiamoci. Tutto quello che chiederemo al Padre nel nome di Gesù, egli ce lo concederà. Certo, se nasce dall’amore e diventa amore. Dio non potrebbe avallare il contrario di sé. Dovremmo sempre fare tesoro di questa pagina. Farci cullare dalle parole di Gesù, pensare al momento topico in cui le ha pronunciate, immaginarlo mentre le dice a ciascuno di noi. Ci farebbe bene, come una carezza di Dio sul nostro cammino.
Il nostro cammino di fede è legato in modo indissolubile a Maria da quando Gesù, morente sulla croce, ce l’ha donata come Madre dicendo: “Ecco tua madre!”. Queste parole hanno il valore di un testamento e danno al mondo una Madre. E la Madre di Dio è diventata anche Madre nostra! Nell’ora in cui la fede dei discepoli veniva incrinata da tante difficoltà e incertezze, Gesù li affida a Colei che era stata la prima a credere e la cui fede non sarebbe mai venuta meno. E la “donna” diventa Madre nostra nel momento in cui perde il Figlio divino. Il suo cuore ferito si dilata per fare posto a tutti gli uomini, buoni e cattivi, tutti, e li ama come li amava Gesù. (papa Francesco)
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Causale: “Offerta volontaria per opere straordinarie chiesa Nostra Signora della Fiducia”