-Quando siamo per strada, ci sono degli incroci, oppure dei passaggi pedonali. Non sempre ci sono dei semafori che ci dicono di fermarci, ma ci sono delle regole da conoscere per non farsi male. Esiste così il diritto di precedenza: se arrivo all’incrocio e trovo la segnaletica che mi dice di fermarmi o di dare la precedenza, se non lo faccio rischio di scontrarmi con un’auto che viene dall’altra strada; se vado in auto e ci sono le strisce pedonali, se qualcuno sta attraversando a piedi devo fermarmi, perché lui ha la precedenza.
-La stessa cosa avviene nell’amore. Spesso noi pensiamo che l’amore sia una cosa spontanea, istintiva, senza regole. In realtà non è così: nessuno di noi sa cosa sia l’amore, finché qualcuno non lo ama. Voi avete imparato che cos’è l’amore perché avete sperimentato l’amore dei vostri genitori, che per voi hanno saputo rinunciare a tante cose, fin da quando siete nati; per voi lavorano tutti i giorni, vi fanno trovare il necessario per mangiare e per vestirvi, vi garantiscono una casa, un’istruzione, si prendono cura della vostra salute… e tutto questo gratis: non si aspettano che voi li paghiate e nemmeno che li ringraziate. Non lo fanno perché voi potete ricambiarli o perché ve lo siete meritato. Lo fanno perché vi vogliono bene, e l’amore è gratis.
-Abbiamo sentito oggi un insegnamento importantissimo sull’amore: Giovanni dice che «l’amore è da Dio», viene da Dio; poi dice addirittura che «Dio è amore». Se Dio è amore, io posso amare davvero solo se lo conosco, se ho fatto esperienza di essere amato da lui.
-Se imparo che cos’è l’amore dai miei genitori e da chi mi vuole bene, imparo ad amare davvero solo da Dio, perché è lui che mi ha amato per primo quando io non lo amavo. Lui ha il diritto di precedenza sull’amore. Quando non rispetto questo diritto di precedenza, rischio di fare dei danni, perché credo di amare e invece non lo so fare. Così faccio prevalere il mio egoismo, il mio senso di giustizia, il mio istinto. Anziché dare la mia vita per gli altri, do la loro vita per me; anziché lasciare libero chi amo, lo lego a me stesso e pretendo che mi ami; anziché perdonare, sopportare, aspettare, io giudico, condanno, chiudo i rapporti; se l’altro non risponde più alle mie aspettative, lo lascio, lo tradisco, gli volto le spalle.
-L’amore è un dono di Dio, non è il prodotto del nostro sforzo. Come ogni dono, noi dobbiamo chiederlo ogni giorno. Dice san Paolo che l’amore è un frutto dello Spirito Santo in noi: nasce e si sviluppa senza che noi abbiamo dovuto fare niente, perché è opera di Dio! In questo ritiro abbiamo ripensato ai sette doni dello Spirito Santo, oggi scopriamo che ci sono anche dei frutti che vengono dallo Spirito Santo: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé.
-Quando Pietro andò a casa di Cornelio, aveva dei dubbi: Cornelio era un centurione romano, un pagano; cosa poteva fare Dio per lui? Ma ad un certo punto vide che lo Spirito Santo scendeva su di lui e sulla sua famiglia. Tutti erano meravigliati: com’è possibile che lo Spirito Santo venga donato a persone che non conoscono Dio? Ecco l’amore di Dio: qualcosa che ci previene e ci meraviglia, perché lui ha il diritto di precedenza, lui scombina i nostri piani e ci fa ricredere dei nostri pregiudizi.
-La gioia più grande per le vostre catechiste non è tanto quando vedono che sapete tutte le cose che vi hanno insegnato a catechismo, ma quando vedono che lo Spirito Santo sta lavorando dentro di voi e porta frutto; quando vedono che vi volete bene anziché pensare ognuno a se stesso; quando vengono fuori da voi pensieri che sono molto più grandi di voi e che rivelano un cuore capace di amare. Dio non si conosce quando si sanno delle cose su di lui, ma quando si ama come Gesù. Non serve sapere le cose giuste, se poi non si ama. Per sapere le cose, occorre studiare; per amare, bisogna lasciare lo spazio allo Spirito Santo, e questo è molto più difficile e più bello.
-Oggi Gesù ha detto che cosa è più importante per lui: non che siate perfetti, ma che siate felici: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». E noi tutti pregheremo in questi mesi di preparazione alla Cresima perché lo Spirito Santo porti frutto in voi, in particolare l’amore e la gioia.