«Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto»
-Con queste parole si esprime l’antica sequenza pasquale che abbiamo recitato prima del Vangelo. Un’affermazione di fede comunitaria che sembra così diversa dall’annuncio di Maria di Magdala agli apostoli: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria parla al plurale, come per esprimere la voce di un gruppo di persone. In tutti e due i casi è la Chiesa a parlare: la Chiesa prima e dopo l’incontro con Gesù risorto e la testimonianza di chi ne ha fatto esperienza.
-Ciò che sconcerta di più è che l’evento fondamentale della fede, cioè la risurrezione di Gesù, sia avvenuto nella notte e senza testimoni. Com’è possibile che noi possiamo annunciare: «Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto»? Chi potrebbe affermare con certezza ciò che non ha visto?
-In realtà, se nessuno era presente in quella notte, Gesù risorto si è fatto incontrare: si è manifestato, dice san Pietro, «non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio».
-Perché, Gesù non ti sei manifestato a tutti con grandi segni? Non sarebbe stato tutto più facile? Forse, ma questo non è lo stile di Dio. Noi siamo abituati a documentare tutto, a filmare qualunque cosa per dire “c’ero anch’io”, “io l’ho visto, quindi è vero”. Dio agisce in modo diverso, fin dalla creazione: Dio crea o quando l’uomo non c’è, o quando dorme, perché sia chiaro che «questo è stato fatto dal Signore» e non dall’uomo.
-Nella fede non conta vedere: quando Pietro entra nel sepolcro, vede, ma non capisce; l’altro discepolo vede e crede. Commenta il Vangelo: «non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti». La risurrezione di Gesù era già stata annunciata, ma nessuno aveva capito: la fede è opera di Dio in noi ed è frutto dell’ascolto delle Scritture. Per questo Dio ha scelto di apparire solo ad alcuni: perché la fede di tutti nascesse dall’ascolto di un annuncio.
«Sì, ne siamo certi»: da cosa può derivare questa certezza? Dall’ascolto della Parola di Dio e dalla predicazione della Chiesa, di coloro che hanno fatto esperienza di Gesù risorto nella propria vita. Gesù vuole farsi presente nella tua vita per mezzo di una comunità, di un “noi”, come scrive San Giovanni nella sua prima lettera: «Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita (…) noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi».
-Non cercare Gesù tra i morti, tra coloro che vivono una fede “fai da te”, individualistica, ridotta ad una serie di dogmi e di regole, ad una giustizia fredda e senza amore. Cercalo nella sua Chiesa, dove i fratelli si amano gli uni gli altri fino al dono della vita; dove il perdono e l’amore ai nemici è la legge nuova e l’unica giustizia ormai possibile. Cercalo dove le logiche di morte di questo mondo sono state vinte da uomini e donne nuovi che non vivono più per se stessi, perché sono risorti con Cristo e cercano ormai le cose di lassù. Sarà la testimonianza di questi risorti a farti esclamare con loro: «Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto».