-Il nostro percorso quaresimale ci ha condotti lungo le varie alleanze di Dio. Ognuna di queste viene come “firmata” per ricevere una propria ufficialità. La prima, con Noè e tutta la creazione, viene firmata con il segno dell’arcobaleno, che appare tra le nubi dopo la tempesta del diluvio. La seconda con Abramo viene sigillata con il segno della circoncisione che segna il corpo di Abramo e dei suoi discendenti. La terza viene scritta da Dio stesso sulle tavole della Legge, i dieci comandamenti. Come abbiamo sentito domenica scorsa, tutte queste alleanze vennero disprezzate dal popolo d’Israele, che per questo fu abbandonato da Dio alla deportazione e alla schiavitù. Ma Dio non abbandonò il suo popolo e preparò una nuova alleanza, che venne annunciata dai profeti, come abbiamo sentito oggi da Geremia: «porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo». Dio mette la propria firma sulla nuova alleanza scrivendola in noi. Questa alleanza si è compiuta con il dono di Gesù Cristo e con l’effusione dello Spirito Santo.
-Dio si impegna per sempre con noi donando il proprio Figlio sulla croce. Gesù sa che c’è un’“ora” che è chiamato ad assumere: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. (…) Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora». Gesù sa che per dare frutto il chicco di grano deve morire nella terra. Sa che questa “ora” non è un’ora di morte, ma di vita: proprio in questa ora avviene il giudizio di questo mondo e il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Per questo la sua preghiera non è quella di essere salvato da quest’ora ma quella di essere salvato da morte, e questa preghiera viene esaudita. Non sarà salvato dalla morte scansandola, rimandandola, ma entrandoci fino in fondo e vedendo la vittoria di Dio sulla morte.
-La Pasqua ci fa entrare tutti nella nostra “ora”. È un mistero doloroso, perché il nostro istinto ci porta a fuggire dalla sofferenza e dalla morte, a rimandare ciò che non ci piace. Ma non è rimandando gli eventi che risolviamo le cose. La nostra vita è come quella del chicco di grano che cade a terra e deve scegliere se salvare la propria vita o donarla per dare frutto.
-Forse ora anche tu sei angosciato di fronte alla tua ora: una malattia, un incontro che vorresti evitare, una decisione da prendere, la morte che si avvicina… oggi il Signore ti annuncia che la tua morte non è in quell’ora, ma nel non assumere quell’ora, nell’illusione di poterti salvare da solo, nel chiuderti in te stesso invece che donarti, nello scendere a compromessi con il male. Se tu vivi la tua ora con il desiderio di dare gloria a Dio, di servire Gesù andando dove lui va e non dove pare a te, tu sperimenterai il segreto della vita eterna; la morte non ti farà più paura. Questa parola di Dio è per te: «Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
-Lasciati attirare da Gesù, innalzato sulla croce e vincitore sulla morte. Obbedisci a lui per essere salvato dalla morte del non senso. Lasciati amare e perdonare da Dio e accogli il dono del suo Spirito, la sua legge nuova scritta nel tuo cuore. Non rimandare l’ora scelta da Dio per te, per morire a te stesso e portare frutti di vita eterna già in questo mondo.