O Dio, pastore eterno dei credenti,
che edifichi la Chiesa
con la varietà e la ricchezza dei tuoi doni
e la governi con la forza del tuo amore,
concedi al tuo servo Matteo,
che hai voluto pastore di questo tuo popolo,
di presiedere il gregge in nome di Cristo
come maestro fedele alla dottrina,
sacerdote dei divini misteri,
servo e guida dei suoi fratelli.
Per Cristo nostro Signore. Amen
(dal Messale Romano p. 857)
Ho sognato che Dio mi stava salutando. Non aveva il viso truce di chi è pronto a rimproverare. Aveva il sorriso aperto e lo sguardo innamorato. Ho sognato che Dio si avvicinava a me. Io avevo paura della sua grandezza, eppure lui si rimpiccioliva, si faceva uomo. Ho sognato che Dio mi stava abbracciando. Io non sapevo che fare, ma lui non stringeva troppo, bensì trasmetteva calore e passione. Ho sognato che Dio mi stava indicando la strada
con una lacrima che accompagnava la visione di un sentiero a volte impervio; ma il suo sguardo continuava a comunicare fiducia. Ho sognato che Dio mi sollevava tutte le volte che stavo cadendo, con la pazienza di una madre. Poi mi sono svegliato
e suo Figlio mi ha detto che Dio è proprio così.
Quaresima, cioè periodo di quaranta giorni. Quaranta come i giorni di Gesù nel deserto, sottoposto alle tentazioni del diavolo; quaranta come i giorni del diluvio universale, o passati da Mosè sul monte Sinai, o di cammino del profeta Elia verso l’Oreb; quaranta come gli anni trascorsi dal popolo d’Israele ancora nel deserto, verso la terra promessa.
Quaranta nella Bibbia è «tutto il tempo necessario» affinché maturino i frutti migliori: la missione pubblica del Cristo, il dono della Legge per il popolo, l’incontro con Dio nella brezza leggera dell’Oreb.
Per questo la Chiesa ha pensato di anticipare all’annuncio centrale e decisivo della Pasqua di Risurrezione un periodo di preparazione, di riflessione e di penitenza. Come Gesù, siamo chiamati a rientrare in noi stessi e ad aprirci a Dio, alla vita piena, all’amore. Dobbiamo lavorare su di noi per battere debolezze, vizi e inquietudini (le tentazioni); dobbiamo imparare a convivere con ciò che è duro da accettare e da affrontare (le fiere); dobbiamo riconoscere e rimettere al centro i tanti segni della presenza salvifica di Dio che accompagnano sempre la nostra vita (gli angeli). Differentemente da ciò che ci dice il mondo, il benessere può essere un ostacolo al cammino interiore. Per questo i suggerimenti dell’astinenza e del deserto possono essere scomodi, ma salutari.