-Nella prima domenica di Quaresima ci siamo fermati sulla prima alleanza di Dio, fatta con tutta la creazione, rappresentata dalla famiglia di Noè e dagli animali saliti sull’arca, dopo il diluvio. In questa seconda domenica vediamo la seconda grande alleanza: quella con Abramo, il padre del popolo d’Israele. Ogni alleanza di Dio viene suggellata dopo un’esperienza di morte: se per Noè e per l’umanità è stato il diluvio, che ha spazzato via ogni essere vivente, per Abramo è stato il morire progressivamente ai propri progetti e alle proprie certezze: prima l’abbandonare la propria terra e la propria gente per andare in una terra sconosciuta; poi l’esperienza di una promessa che si ripete ma che non si realizza, quella di un figlio; infine la richiesta di sacrificare il proprio unico figlio, Isacco, il figlio della promessa, il senso stesso dell’alleanza tra Dio ed Abramo.
-La fede è proprio questo: morire a se stessi per fidarsi totalmente di Dio, rimettendo sempre tutto nelle sue mani. Come dice il salmo: «Ho creduto anche quando dicevo: “Sono troppo infelice”».
-Di fronte alla fede di Abramo dobbiamo riconoscere quanto è piccola la nostra fede, che dipende dalla nostra felicità e sicurezza, e che svanisce di fronte alle esperienze di morte, alla privazione di ciò che abbiamo di più caro. Abramo con il suo atto di fede estremo ci ricorda che tutto appartiene a Dio, e che lui è l’unico nostro bene. Isacco è per lui il segno dell’amore e della fedeltà di Dio, e a Dio non si rifiuta nulla.
-Noi sappiamo che la vicenda di Abramo si è compiuta in Gesù. Quando Abramo alzò gli occhi e vide un ariete da offrire al posto del figlio, vide da lontano il sacrificio di Gesù Cristo: egli ha preso il posto di Isacco e di tutti noi. L’im-magine del sacrificio di Isacco nel nostro mosaico lo mostra in modo magnifico! Gesù crocifisso è l’alleanza definitiva di Dio con l’umanità: Dio non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi. È Dio che agisce, noi dobbiamo solo fidarci di lui e lasciarlo agire: «se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?».
-Il cammino di quaresima è una palestra di fede, è come il cammino di Abramo, che giorno per giorno rinuncia alle proprie certezze obbedendo a Dio che gli parla. È come l’esperienza degli apostoli sul monte, che in mezzo alla nube oscura sono chiamati ad ascoltare il Figlio amato, Gesù.
-Dio ha fatto un’alleanza con te, ti ha promesso la vita, ti ha promesso una terra buona, ti ha promesso che quei piccoli segni di bene e di bellezza che ti permette di vedere durante i travagli di questa vita si compiranno per te per sempre. Tu sei chiamato solo a scegliere se stare dentro a questa alleanza di vita, fidandoti di Dio, non rifiutandogli nulla, perché lui non viene a togliere, ma a donare tutto.
-Come si chiama il tuo Isacco? A che cosa hai ancora attaccato il cuore e non sei disposto a rimetterlo con fiducia nelle mani di Dio? Può essere una persona, un oggetto, un progetto che ti sei fatto; può essere il tuo orgoglio, o un rancore che pian piano ti divora il cuore; può essere una tristezza che coltivi per piangerti addosso e vivere nella rassegnazione…
-Alza gli occhi come Abramo e riconosci come Dio ha già provveduto per te: al posto di Isacco ti dona il suo Figlio. Nel momento della tristezza e della prova, lui è luce e bellezza; nel momento del dubbio, la sua parola ti indica la strada; nell’esperienza della croce lui è lì inchiodato con te, intercede per te e ti apre la strada per una vita nuova.