Gioisco della tua presenza, Signore.
Gioisco degli spazi variegati in un paesaggio,
della quiete di un bosco, del sussurro di ogni creatura vivente
che mi parla di te. Gioisco dell’alba fresca che mi ha svegliato,
dei colori del giorno illuminato dal sole,
della brezza della sera che accarezza le mie membra stanche.
Gioisco del lavoro che ha portato i suoi frutti,
della gente che mi ha donato un sorriso,
dei pensieri e delle fantasie che ho fatto nascere,
del cibo saporito e abbondante che mi ha nutrito
e deliziato. Gioisco del riposo che la vita mi concede,
dopo attività affascinanti e variegate,
dopo fatiche, delusioni e tristezze
che mi aiutano a notare il buono che c’è
e ancora ci sarà. Gioisco nel riconoscerti
spesso tra le cose della vita,
nell’immaginarti accanto
e nel fluire dei pensieri che
tirano fuori il meglio di me,
nella memoria delle tue Parole
e nel sostegno della tua Grazia.
Gioisco nella tua pace, Signore,
nella fiducia di esserti caro, quasi amico,
accolto, perdonato e amato da te.
Tu che sai farmi sentire a casa,
quando sono con te.
Dopo le esortazioni alla vigilanza e alla conversione, la liturgia oggi suggerisce un terzo atteggiamento da coltivare per indirizzarci al Natale: la gioia. L’Eucarestia inizia con le parole di san Paolo ai Filippesi: «Rallegratevi sempre nel Signore. Ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino». Poi Isaia, che «gioisce pienamente nel Signore» per la liberazione dal male, il ripristino della giustizia, l’attenzione ai miseri, agli spezzati, ai sofferenti. Nel salmo, preghiamo con Maria che «esulta in Dio», il salvatore. Ancora san Paolo ci chiede di essere «sempre lieti», santificati dal «Dio della pace». E Giovanni Battista nel Vangelo ci indica la luce – il Cristo – che consentirà al mondo di comprendere la verità. Ci ricorda papa Francesco: «Il cuore dell’uomo desidera la gioia. Ogni famiglia, ogni popolo aspira alla felicità. Ma qual è la gioia che il cristiano è chiamato a vivere e a testimoniare? È quella che viene dalla vicinanza di Dio, dalla sua presenza nella nostra vita. Da quando Gesù è entrato nella storia, con la sua nascita a Betlemme, l’umanità ha ricevuto il germe del Regno di Dio, come un terreno che riceve il seme, promessa del futuro raccolto. Non occorre più cercare altrove! Gesù è venuto a portare la gioia a tutti e per sempre. Non si tratta di una gioia soltanto sperata o rinviata al paradiso. È già reale e sperimentabile ora, perché con Gesù la gioia è di casa». Provare per credere… e crederci, se non ci abbiamo ancora provato.
Questa è la domenica della gioia, prodotta dall’attesa del Signore, che certamente viene. La liturgia della Parola mette al centro il testimone, Giovanni Battista, venuto per testimoniare la presenza del Verbo incarnato, che è la luce del mondo. Questo compito, che porterà il precursore a dare la vita, per lui è fonte di gioia, perché è amico dello sposo della nuova alleanza. La sua gioia può diventare nostra, se, incontrando Gesù, lo accogliamo, impariamo a conoscerlo e diventiamo suoi testimoni.