Cosa mi vuoi dire, con questa frase, Signore?
Sì, anch’io sono stato scartato.
Non ero all’altezza, non sono piaciuto, non mi hanno capito.
Ho dovuto rinunciare, mio malgrado.
Tu mi hai detto: «Ci tieni davvero?
Allora non demordere, il tempo verrà».
Tu mi hai detto: «Sei sicuro che è il tuo posto?»
E io ho capito che non tutti i miei sogni
portavano alla mia vera meta.
Sì, anch’io ho scartato.
L’ho fatto per convinzione, per esperienza, per professione.
Sapevo bene che cosa stavo facendo.
Tu mi hai detto: «Hai giudicato bene?»
E ho scoperto di aver sbagliato, a volte,
ma saprò decidere con comprensione e saggezza, un’altra volta.
L’ho fatto per disagio, disgusto,a volte persino per disprezzo.
E qui sei stato inflessibile: «È umano, ma non è quello che spero da te.
Non c’è essere umano che non sia voluto, creato e amato da me.
Impara a riconoscerlo, rispettarlo, viverlo».
E quando mi capiterà di ritrovare uno scartato migliore di me,
ritroverò il Tuo volto nel suo, e saprò che è una pietra angolare
nel Regno di Dio.
La parabola dei vignaioli omicidi è raccontata da Gesù appositamente ai sacerdoti e agli anziani. Essi conoscevano bene le Scritture e sapevano che la vigna di Dio era la «Casa d’Israele». Dio aveva fatto di tutto per il suo popolo: liberazione dai nemici, guida e sostegno in ogni vicissitudine, grande pazienza e misericordia. Purtroppo il popolo, come constatava il profeta Isaia, produsse spesso «acini acerbi».
Ovviamente coloro che avevano il potere religioso erano convinti di essere gli acini migliori. Ma Gesù li mette in guardia: quando il padrone (Dio) volle chiedere conto della sua vigna, i contadini (capi del popolo) tolsero di mezzo di suoi servi (i profeti). Infine mandò suo Figlio, ma essi uccisero anche Lui. Quale sentenza potevano aspettarsi?
La stessa fine e l’affidamento della vigna ad altri. Storicamente avvenne proprio così, con la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. e la successiva dispersione degli Ebrei. Non vorremmo essere stati in quei sacerdoti, posti impietosamente di fronte alla verità
da Gesù. In effetti le sue parole dure avrebbero potuto stimolare la ragionevolezza, la fede, la conversione. Invece il vangelo constata l’irrigidimento e la paura. Questa parabola oggi parla ai presunti buoni cristiani, pronti a scartare le pietre ritenute sbagliate nella costruzione del mondo; quelli che dividono ed erigono steccati con i loro giudizi e le loro convinzioni assolute; quelli che eliminano – mettendo in minoranza – i profeti della rettitudine, della giustizia, dell’amore. Senza saperlo, anche loro potrebbero essere lontani dal regno di Dio.
La Chiesa è la vigna del Signore. A lei egli ha affidato la missione di portare la bella notizia della salvezza a tutti i popoli. Nell’Eucaristia domenicale il Signore ci nutre della sua parola e del suo corpo e sangue e si prende cura di noi.
Poi ci invia nel mondo per far gustare a tutti i frutti della salvezza.
Si è aperta ufficialmente il 4 ottobre 2023 in Vaticano la penultima fase del Sinodo dei Vescovi sulla Sinodalità (2021-2024), con la Santa Messa presieduta da Papa Francesco in piazza San Pietro davanti a 25mila fedeli.
Erano presenti tutti i 464 partecipanti al Sinodo, di cui 365 membri e 54 donne per la prima volta con diritto di voto: in piazza anche i 20 delegati delle Chiese orientali e i due vescovi cinesi di fresca nomina papale.
Accompagniamo con la preghiera i nostri vescovi.