Per me, Gesù, sei un Amico.
In te trovo considerazione e consolazione.
Per me, Gesù, sei una guida.
Sui tuoi insegnamenti
posso vivere un’esistenza migliore.
Per me, Gesù, sei unico.
Riesci sempre a spingermi più in là
di ciò che credevo possibile.
Per me, Gesù, sei una roccia.
Sulla tua solidità ho edificato la mia casa.
Per me, Gesù, sei un pozzo di saggezza.
Alla tua fonte mi abbevero di acqua viva.
Per me, Gesù, sei pane di vita.
In te mi nutro di forza,
felicità e perdono.
Per me, Gesù, sei un esempio.
Per compiere cose speciali
basta copi da te.
Per me, Gesù, sei un grande.
Nessuno ha raggiunto le tue vette
di giustizia, di amore e di verità.
Per me, Gesù, sei un uomo incredibile.
In te ho riconosciuto il Figlio di Dio.
Chi è Gesù? Probabilmente, almeno nel mondo occidentale, questa è la domanda più ripetuta e condizionante della storia. A rileggere certe sue pagine, però, dobbiamo riconoscere quanta ignoranza sia stata legata al nome dell’Uomo di Nazareth. Non si spiegherebbero altrimenti le guerre, le violenze, le divisioni nate da coloro che si son definiti cristiani.
Anche oggi c’è questo rischio: così abituati alle etichette su Gesù, spesso non conosciamo bene ciò che ha fatto e detto. Quanti di noi hanno letto per intero un vangelo, ad esempio? Eppure è ben diverso ritenerlo un privilegiato dalla vita pilotata dall’alto o un lottatore intimamente umano, un illuso idealista o un condottiero rivoluzionario, un abile e furbo predicatore o un mae-stro profondamente coerente. E soprattutto, oggi come sempre, è diverso ritenerlo «della stessa sostanza» di Dio, oppure no. Ogni religione ha avuto i suoi profeti. Ma nessun altro ha preteso di venire da Dio, di essere il volto del Padre, di vivere in Lui. Questo è il centro della nostra fede, l’intuizione del primo papa, la testimonianza della Chiesa. Su di essa «le potenze degli inferi non prevarranno». Nonostante i suoi limiti e i suoi peccati, la Chiesa sarà sempre custode del messaggio su Gesù, perché non si basa puramente sull’interesse storico, ma sente su di sé l’incarico di portarlo a tutto il mondo. Quanti suoi nodi hanno ancora bisogno di essere sciolti? Quanti legami invece è importante vengano tessuti? Facciamo anche noi la nostra parte, seguendo il vero Gesù.
“MA VOI CHI DITE CHE IO SIA”
Questa domanda di Gesù ai suoi discepoli, non solo richiede una risposta personale e comunitaria, ma sollecita anche una riflessione sulla relazione che ciascuno di noi ha con il Signore Gesù. La fede che Pietro esprime resta per tutti i cristiani un punto di riferimento e rimanda a una coerenza di vita, che diventa naturalmente testimonianza per il mondo.