XVII domenica T.O. anno A 30/7/2023
-Le parabole del regno che abbiamo ascoltato in queste domeniche ci hanno aiutato a riflettere su come Dio interagisce con l’uomo e sulle misteriose dinamiche che avvengono nel profondo del nostro cuore. Così abbiamo visto come la Parola di Dio raggiunga davvero tutti, ma come raramente trovi terreni buoni per portare frutto: pur essendo potente, la sua efficacia dipende dalla nostra libera accoglienza e dallo spazio che le concediamo. Abbiamo visto anche che, oltre alla Parola di Dio, altre potenze non buone vengono seminate in noi dal diavolo, portandoci ad essere un concentrato di bene e di male che è difficile distinguere. Infine, Gesù ci rivela che il regno di Dio non è uno spazio chiuso dove o si è dentro o si è fuori, ma è un dinamismo, un processo che cresce come un seme dentro di noi e dentro la storia fino al suo pieno compimento, quando avverrà un giudizio definitivo sulla nostra vita e sul mondo.
-Oggi abbiamo ascoltato altre parabole: in particolare le prime due ci svelano un aspetto ancora inesplorato del regno di Dio, certamente il più affascinante; eppure è proprio quello che più facilmente ci viene da mettere in ombra pensando alla vita di fede. Mentre ci viene spontaneo pensare al nostro rapporto con Dio e con la fede all’interno del binomio bene-male, facciamo fatica a considerare seriamente la dimensione del radicalismo evangelico. Valutiamo cioè facilmente la nostra vita cristiana nei termini di fare il bene e non fare il male, chiedendoci quali siano i confini entro i quali stare; ma raramente lo facciamo nei termini di lasciare ogni cosa per avere tutto.
-Pensiamo a quel ricco che incontra Gesù e gli chiede che cosa deve fare per avere la vita eterna; ma quando Gesù esce dal confine dell’osservare i comandamenti e parla di la-sciare tutte le sue ricchezze per seguirlo e avere un tesoro in cielo, quel ricco se ne va via triste.
-Forse anche a noi questa dimensione fa paura; eppure è la vera bellezza del Vangelo. Se infatti il Vangelo è solo un codice di regole e valori che ci definiscono come cristiani, certo ci aiuterà a vivere una vita retta; ma come possiamo pensare che quel Vangelo possa anche renderci felici?
-Chiediamoci seriamente che cosa ci rende felici in questa vita, che cosa ci fa battere il cuore, per che cosa siamo di-sposti a fare pazzie. Nel mondo ci sono tante persone che fanno pazzie, il più delle volte per cose non buone e compiendo azioni molto gravi. I cristiani sembrano essere quelli che non sono più capaci di eccessi, di andare oltre le regole, di fare pazzie per ottenere qualcosa che desiderano forte-mente. Prendono il nome da Cristo, ma quel nome non risuona nel loro cuore e sulle loro labbra come ciò che hanno di più prezioso e di più bello.
-Eppure il regno dei cieli, la vita cristiana, è proprio questo: un tesoro nascosto, una perla preziosa. Magari siamo di-sposti a spendere tanti soldi per giocare al super Enalotto o al Gratta e vinci nella remota speranza di diventare ricchi; ma per il Vangelo, che è una ricchezza sicura e a portata di mano, cosa siamo disposti a lasciare? Se crediamo davvero che «tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio», a che serve attaccarci alle sicurezze di questo mondo vivendo una religione della paura?
-Cosa ci aprirà gli occhi per scoprire nel Vangelo un tesoro e una perla preziosa che ci apre il cuore alla gioia? Credo che la risposta sia questa: lo scoprire che quel tesoro nasco-sto e quella perla preziosa siamo prima di tutto noi agli oc-chi di Dio. Gesù si è fatto uomo ed è venuto a cercarci; quando ci ha trovati ha provato una grande gioia e ha dato la propria vita sulla croce perché fossimo suoi. Quando faccio esperienza di questo, sentendomi amato nonostante le mie miserie e i miei peccati, scoprendo che Dio mi vede bello nonostante le mie brutture, che gioisce di me quando io sono sempre scontento e mi sembra che la mia sia una vita triste, qualcosa comincia a cambiare nella mia vita; da scriba, esperto di cose religiose e fermo nella mia vita se-condo le regole, divento discepolo del regno dei cieli, cioè uno che cammina dietro a Gesù, conquistato da lui e solo da lui. Lui diventa la mia regola di vita e il mio unico bene.
-Il Signore ci doni la vera sapienza, per scoprire il bene che è nascosto agli occhi del mondo, e la sana follia di lasciare tutto per scegliere lui solo.