Insegnami, Padre, a tornare bambino.
Insegnami la spontaneità della fiducia,
la curiosità dell’esplorazione,
l’evidenza della verità. Aumenta la sete della conoscenza,
la meraviglia della contemplazione, il coraggio dell’originalità.
Insegnami, Padre, a farmi piccolo.
Raccontami dell’immensità del creato,
delle virtù degli altri esseri umani,
della fragilità della mia vita. Rammentami le carte
che ho giocato con astuzia e intelligenza,
trovate gratis in un mazzo dai cento colori;
i semi di saggezza che ho centellinato
e raccolto con cura, tra migliaia di parole
dei giganti della storia;
le scelte coraggiose dei minuti speciali,
dentro a una vita che scorreva
nell’attesa del momento migliore.
Insegnami, Padre, a farmi Tuo.
Non per conoscere la Sapienza e conquistare il mondo,
godere la consapevolezza della superiorità
e vantare i propri risultati.
Non per portare il giogo più dolce
e sopportare il carico più leggero.
Te lo chiedo perché, come un bambino
percepisco senza saperlo
che non c’è nulla di meglio
che rimettere la mia vita
tra le braccia del Padre.
C’è tutta la dolcezza del cristianesimo nelle parole che ascoltiamo oggi nella liturgia.
Chi non si è mai intenerito di fronte a un bambino, davanti alla sua spontaneità e meraviglia? Chi non ha mai chiesto un ristoro nella stanchezza e nell’oppressione? Chi non si è mai rilassato davanti alle persone umili e miti, che ci riconciliano con la vita e con il mondo? Ebbene, Dio è proprio lì. Che bella la preghiera spontanea di Gesù davanti ai piccoli e ai semplici! Il Padre si comunica volentieri a chi riconosce di aver bisogno di lui, mentre rimane nascosto ai presuntuosi che pretendono di sapere già tutto e di avere diritto di possederlo.
Come preannuncia il profeta Zaccaria, il Salvatore non avrà carri da guerra e ricche cavalcature, ma porterà la pace sul dorso di un asino. Come re, non imporrà leggi pesanti, ma chiederà qualcosa di «dolce e leggero», come l’amore e la verità.
I sapienti e i dotti sono bravi a moltiplicare i precetti e a vivisezionare i comportamenti, ma spesso ingabbiano l’anima e svuotano il cuore. Gesù si affranca da essi, così come dal «giogo pesante» della Legge, spesso ingarbugliata da norme rituali che non davano più spazio al motivo per cui erano state pensate, e non conducevano a ciò che è centrale per realizzare la volontà di Dio. Che è quella di vivere come il Figlio, «mite e umile di cuore», e come il Padre, «misericordioso e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore; fedele in tutte le sue parole e buono in tutte le sue opere». Egli «sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto» (Salmo 144).
UNA MANO SUL CUORE
Recentemente la nostra Parrocchia ha sostenuto diverse spese straordinarie.
Rifacimento bagno nelle opere parrocchiali € 15.977; pulizia dei tetti dal guano dei piccioni da tetti e pluviali € 1.588; potatura, abbattimento e smaltimento alberi € 3.872.
Il Signore ricompensi coloro che vorranno contribuire, nella misura delle loro possibilità