XIV domenica T.O. anno A 9/7/2023
-Nelle domeniche scorse abbiamo udito le parole di Gesù ai dodici apostoli inviati ad annunciare il Vangelo. Segue un tempo non facile per Gesù: da un lato, Giovanni Battista è stato arrestato e gli presenta i suoi dubbi sulla propria chiamata; dall’altra, l’annuncio del regno di Dio e i miracoli compiuti da lui e dagli apostoli non trovano ovunque una buona accoglienza, in particolare proprio nei luoghi in cui Gesù aveva trascorso più tempo compiendo prodigi. La gente sapiente e istruita rifiuta sia lui che Giovanni Battista, perché entrambi invitano alla conversione del cuore. Finché si tratta di vedere dei miracoli o di sentire delle belle parole, tutti accorrono; ma quando si tratta di cambiare vita, ecco che le persone si allontanano e mormorano.
-Nel pieno di questo apparente fallimento, Gesù non si la-scia prendere dallo scoraggiamento e dalla delusione, ma esplode in una grande preghiera di lode a Dio, che abbiamo proclamato oggi. Gesù infatti riconosce che il Vangelo non è stato rifiutato da tutti: i piccoli, i poveri, quelli che agli occhi del mondo non contano nulla, hanno accolto la rive-lazione di Dio e hanno seguito Gesù. Si compiono così le Scritture, che annunciavano il Messia come uno che vince non con segni di potenza e di forza, ma con l’umiltà e la mitezza; un re che vince non con la violenza, ma sulla vio-lenza; che fa sparire gli strumenti di guerra e annuncia la pace alle nazioni (Zc 9,10). Gesù è un Messia crocifisso, «scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani», ma, per chi crede in lui, è «potenza di Dio e sapienza di Dio».
-Anche oggi questo Messia è motivo di scandalo per molti, perché non corrisponde alle logiche e alle aspettative del nostro mondo. Pensiamo solo alla retorica bellica che è tor-nata di moda dallo scoppio della guerra in Ucraina e che in-fluenza sempre di più il modo di pensare delle persone, se-condo la quale la pace sarebbe il risultato della vittoria in guerra e dell’annientamento dell’avversario. Quasi nessuno crede all’efficacia del dialogo paziente, ma si investono sempre più soldi in produzione di armi, togliendo risorse a ciò che è a servizio dell’uomo, come istruzione, sanità, la-voro, cura dell’ambiente e così via.
-Ad un re che annuncia la pace alle nazioni non crede nes-suno, se non i piccoli, i miti e gli operatori di pace, che Ge-sù chiama “beati”, ma che i sapienti di questo mondo chia-mano “beoti”. Qui si vede chi vive sotto il dominio della carne e chi sotto il dominio dello Spirito: non è una distin-zione di tipo morale, ma tutto parte da una scelta misteriosa di Dio, che fa conoscere ad alcuni ciò che nasconde ad altri. Non si tratta di una scelta capricciosa: solo chi ha l’umiltà di riconoscersi bisognoso di convertirsi e di ricevere la mi-sericordia di Dio può fare spazio allo Spirito Santo e cono-scere le cose di Dio. L’evangelista Matteo, scrivendo queste cose, pensa anche alla propria esperienza: lui, che era un pubblicano peccatore, si è lasciato trafiggere dallo sguardo di Gesù, uno sguardo non di giudizio ma di amore gratuito; si è pentito, ha lasciato tutto e lo ha seguito.
-Oggi ci viene annunciata la più grande delle virtù cristiane: l’umiltà. L’umiltà nasce dal riconoscere la propria pic-colezza di fronte alla grandezza e alla sapienza di Dio; dall’e-sperienza della misericordia di Dio, che supera sem-pre i nostri peccati. Senza l’umiltà, noi non possiamo pro-gredire nella vita cristiana, perché non saremo mai disposti a convertirci, né a prendere il giogo insieme a Gesù e ad imparare da lui; la nostra sarà una religiosità fondata sulle nostre capacità morali e spirituali, sui nostri fini ragiona-menti, sulla nostra conoscenza anche profonda della Parola di Dio e della dottrina della Chiesa; ma resterà in noi una ostinata resistenza che ci impedirà di arrenderci all’amore di Dio e di diventare strumenti nelle sue mani. Il suo giogo, cioè la croce, la porteremo, ma ci sembrerà pesantissima, perché la porteremo senza di lui, nella segreta presunzione di farcela da soli.
-Chiediamo al Signore ogni giorno il dono dell’umiltà, più ancora della salute e di ogni bene materiale e spirituale, più della fede, della speranza e della carità: senza la santa umiltà di Cristo, tutte le altre virtù resteranno solo un’illusione. E non smettiamo di ringraziare il Signore perché ai piccoli e agli umili ha rivelato i misteri del regno.