-Domenica scorsa abbiamo ascoltato il racconto dell’invio dei dodici apostoli in missione, per annunciare il regno di Dio. Questa missione, ci è stato ricordato, riguarda ciascuno di noi, che facciamo parte del popolo di Dio e che siamo chiamati a condividere la stessa compassione profonda di Gesù verso le folle stanche e sfinite come pecore senza pastore. Senza questa compassione non può esserci la missione. Dobbiamo riconoscere che uno dei motivi per cui oggi siamo poco missionari è proprio la mancanza di compassione profonda verso l’umanità smarrita, verso tutti coloro che non conoscono Dio. Ci pare che sia un problema che non ci riguarda, perché la fede in fondo fa parte della sfera privata di ciascuno, e non la percepiamo come qualcosa di essenziale per tutti, come il cibo o la casa o il lavoro. Questo è un ostacolo all’annuncio del Vangelo: l’indifferenza.
-Se ne aggiunge poi un altro, di cui ci parla oggi Gesù: la paura. Gesù declina la paura in diverse forme con cui possiamo confrontarci.
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto». La prima paura riguarda coloro che vorrebbero mettere a tacere la parola di Dio o annacquarla per toglierle la carica rivoluzionaria e profetica. Questa paura è molto diffusa, e ci porta a starcene zitti anziché testimoniare la nostra fede, oppure a presentare un vangelo addomesticato, innocuo, che vada bene a tutti e non urti nessuna sensibilità, che non vada contro gli interessi di chi è ricco e potente e neppure contro i nostri privilegi o i nostri peccati.
-Gesù ci invita a superare questa paura, a rompere i nostri silenzi imbarazzati, a non vergognarci di lui e della impopolarità del Vangelo. Come è necessaria l’intimità e il silenzio per ascoltarlo e per coltivare la comunione con lui, così è nostro dovere uscire allo scoperto per far risplendere la luce del Vangelo attorno a noi.
«E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima». Ecco la seconda paura: quella della persecuzione, che porta anche alla violenza e alla morte. A noi appare come un rischio remoto, ma nel nostro mondo ci sono milioni di cristiani perseguitati per la propria fede: dal 1° ottobre 2020 al 30 settembre 2021 sono stati 360 milioni, un numero enorme. Nel generale silenzio di chi dovrebbe denunciare tutto questo, i cristiani continuano a subire discriminazioni, violenze fisiche e morali, torture, prigionia e morte. Ci farebbe bene conoscere alcune storie di questi cristiani per renderci conto di come le persecuzioni e le ingiustizie subite, pur causando il drastico calo di cristiani in tante zone del mondo, li rafforzano nella fede. Infatti, possono uccidere il mio corpo, ma non la mia anima, la mia coscienza, il mio amore per Cristo. Anzi, proprio l’esperienza della croce mi rende sempre più simile a lui e pronto a testimoniarlo senza sconti e ipocrisie. Al contrario, quando ci lasciamo vincere dalla paura nei confronti di chi può uccidere il corpo e privarci dei nostri beni materiali, in quel momento permettiamo che perisca la nostra anima, scegliendo una vita di compromessi, smettendo di ascoltare la nostra coscienza, trascinandoci in un’esistenza incolore e mediocre, tutta centrata su se stessa.
-Questa è l’unica paura che Gesù ci consiglia di avere: quella di chi può uccidere l’anima, oltre al corpo che comunque è destinato a morire.
«Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri». Ecco la terza paura da vincere: quella di non valere niente. È una paura sempre più diffusa nel nostro mondo, portando molti ad una vita rassegnata, all’isolamento, alle dipendenze, all’autolesionismo. Questa paura si sviluppa molto sui social, che per tanti diventano il luogo della verità su se stessi: io valgo i like che ricevo, e ho continuamente bisogno di conferme per sentirmi di valere qualcosa; sono pronto a tutto, anche di lanciarmi in macchina a tutta velocità distruggendo la vita di persone innocenti, purché tanti guardino il mio video. O a massacrare di botte un senza tetto indifeso per l’ebbrezza di sentirmi forte.
–«Voi valete!», dice Gesù. Ogni dettaglio, perfino ogni capello che hai in testa, ha valore per Dio. Non sarai mai un testimone credibile del Vangelo se non ti rendi conto di questo. Non potrai mai riconoscere Gesù davanti agli uomini se non ti riconosci in lui, amato e prezioso agli occhi di Dio. Lui è al tuo fianco come prode valoroso; e se anche il peccato ti ha portato alla morte e ti fa sentire un fallito, Gesù Cristo ha fatto sovrabbondare il suo amore su di te chiamandoti per nome e donandoti una vita nuova.
«Vedano i poveri e si rallegrino; voi che cercate Dio, fatevi coraggio».