-Sarà capitato a tutti di entrare in una stanza piena di gente. La prima cosa che si avverte è l’odore pesante e non molto gradevole che si è creato a causa di questo assembramento di persone. Chi invece è dentro da tempo, fa più fatica ad accorgersi dell’odore che si è creato, l’aria sembra normale, finché non si esce. Abbiamo bisogno di qualcuno che entri da fuori per avvertirci che occorre arieggiare il locale.
-La prima lettura e il Vangelo si sono aperti con una scena simile: c’è una stanza dove sono radunati i discepoli di Gesù. La sera di Pasqua erano chiusi dentro per la paura: non sapevano ancora che Gesù fosse risorto e temevano di fare la sua stessa fine. 50 giorni dopo, invece, erano radunati per pregare insieme, come Gesù risorto gli aveva comandato.
-In entrambi i casi, improvvisamente entrò qualcuno da fuori, senza bussare. La sera di Pasqua fu Gesù ad entrare, a porte chiuse, provocando in loro una grande gioia e portando loro la pace. Il giorno di Pentecoste entrò lo Spirito Santo come un vento impetuoso che riempì tutta la casa e in forma di lingue di fuoco si posò su di loro, portandoli ad uscire e ad annunciare le grandi opere di Dio.
-Anche noi oggi siamo riuniti nello stesso luogo per invocare dal Signore il suo Santo Spirito, pieni di fede e di trepidazione. Mi auguro che nessuno sia qui per la paura di quello che c’è fuori. Capita talvolta che la chiesa diventi un comodo rifugio che ci permette di stare con chi vogliamo noi, evitando certi incontri scomodi e certi rapporti rischiosi.
-A volte il vivere nella comunità cristiana porta a chiudersi al mondo circostante, per difendersi da chi sta fuori o per affermare la propria superiorità morale. Si crea così un insopportabile odore di chiuso, di cui noi non ci accorgiamo, ma che viene avvertito bene da chi viene da fuori, che si tiene così ben lontano da noi, sentendosi giudicato o non trovando quel clima di gioia e di speranza che sta cercando. C’è bisogno di cambiare aria, cioè di far entrare Gesù e il suo Spirito, per ricominciare a respirare e per accorgerci di come stavamo diventando dei morti viventi.
-La Chiesa come la vuole Gesù è una casa dalle porte aperte, sempre pronta ad accogliere lui e il dono del suo Spirito, che riempiono tutto del profumo di Dio, liberandoci dal cattivo odore del peccato, della durezza di cuore, della paura e del “si è sempre fatto così” che troppe volte ci appesantiscono e ci rendono insopportabili e per nulla attraenti.
-Oggi noi non siamo per caso nello stesso luogo: è Gesù che ci ha invitati qui, per incontrarlo vivo e per ricordarci che, pur essendo tante membra diverse, siamo un corpo solo. Questa è la bellezza della Chiesa, una nella varietà dei suoi membri. Quelle differenze che a volte percepiamo come un ostacolo sono invece la nostra vera ricchezza, il segno della fantasia dello Spirito, che supera infinitamente la nostra.
-Qual è il segno nella Messa che ci dice che siamo un solo corpo? È il segno del pane, che tra poco verrà consacrato con il dono dello Spirito Santo e poi verrà spezzato per essere condiviso e mangiato.
-Noi siamo come la farina: basta un nulla per disperderci; ma impastata con l’acqua, diventa una massa unita, che cotta nel forno diventa un solo pane. L’acqua è lo Spirito Santo, che ci unisce tutti insieme nella comunità; e il fuoco è la fede, che ci fa diventare il Corpo di Cristo.
-Quando facciamo la Comunione, ci viene ricordato non solo che quello che mangiamo è il vero Corpo e il vero Sangue di Gesù, ma anche che noi siamo il Corpo di Gesù, proprio perché siamo stati battezzati mediante un solo Spirito e mangiamo di quell’unico pane. Tra poco nella preghiera eucaristica invocherò lo Spirito Santo perché trasformi il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue di Gesù; poco dopo, invocherò di nuovo lo Spirito perché anche noi diventiamo un solo corpo e un solo spirito.
-Nella Comunione noi diventiamo quel che riceviamo: questo è un grande onore e una grande responsabilità, perché dobbiamo essere la presenza viva di Gesù nel mondo. Chi ci incontra, deve poter incontrare Gesù, ricevere da noi le sue parole, i suoi gesti d’amore e di perdono, le sue benedizioni, la sua cura per i più piccoli e i più deboli.
-Ecco la vostra missione, cari ragazzi che oggi riceverete la Prima Comunione: vi nutrirete del Corpo e del Sangue di Gesù e diventerete una cosa sola con lui. Gesù vi manda, come gli apostoli, per essere la sua presenza viva in mezzo agli altri, il suo profumo che fa tornare tutti a respirare. In ogni situazione vi chiederete: cosa farebbe Gesù al mio posto? Succederà per voi come per gli apostoli nel giorno di Pentecoste: tutti si meraviglieranno, quando vi vedranno esprimervi nell’unica lingua che pochi sanno parlare, ma che ciascuno può capire: quella dell’amore.