Penso di doverti le mie scuse, Signore.
Sì, perché c’è stato un tempo in cui ho creduto che essere tuo discepolo
volesse dire soltanto venire a Messa, assolvere i precetti,
partecipare ai gruppi parrocchiali, magari fare pure catechismo.
Un tempo in cui ho creduto che bastasse parlare di Te a voce alta,
senza paura di nessuno, ostentando quella fede e quello spirito
di abnegazione di cui in fondo andavo orgoglioso.
Un tempo in cui pensavo, riflettevo, cercavo nella mente la tua scintilla,
le tue risposte, le tue ragioni.
Un tempo in cui volevo limitare le mie passioni, i miei istinti, annullando
sentimenti ed esigenze per dedicarmi totalmente a essere perfetto come te.
Eppure Tu avevi detto:
«Non chi dice: “Signore, Signore” entrerà nel Regno dei cieli».
E ancora: «Da questo riconosceranno che siete miei discepoli…».
Tu che avevi la conoscenza ti eri incarnato
e io la cercavo attraverso una fede disincarnata.
Eh sì, era più facile prima: illudersi di avere la tua benevolenza
attraverso una parentesi di vita.
Mentre adesso so che il tempo della tua sequela è tutti i giorni, è ogni ora,
è ogni momento in cui stacco lo sguardo da me e lo incrocio con qualcun altro.
Sia quando mi è simpatico che quando mi è antipatico,
sia quando sono ben disposto, sia quando sono stanco e svogliato,
sia quando ho mille pensieri e altro da fare, sia quando ho bisogno di lui,
sia quando mi ha fatto un favore, sia quando ho subito un grave torto.
Tu dai un solo requisito ai tuoi discepoli:
che siano capaci di incontrarsi e di volersi bene.
Tutto il resto è buono, santo, utile ma non deve far scordare l’essenziale:
l’unica vera testimonianza, l’unico vero legame con Dio,
l’unica vera risposta di fede è l’amore.
Tutta la vita è scoprirne, come scrive S. Paolo,
l’ampiezza, l’altezza, la lunghezza, la profondità.
Cristo risorto ha il potere di diffondere il suo amore che salva in tutti gli uomini, attraverso l’azione dello Spirito Santo. Il suo dono si rinnova in modo particolare in ogni celebrazione eucaristica. Da qui il cristiano attinge la forza per essere testimone dell’amore di Dio e per attraversare anche le persecuzioni, come Gesù ha attraversato la sua passione.
MAGGIO, INCONTRO CON MARIA
A maggio siamo invitati a contemplare il volto di Cristo con il cuore di Maria,
che ci appare come una delle tante madri del nostro mondo, coraggiose fino all’estremo, quando si tratta di accogliere nel proprio grembo la storia di un nuovo uomo che nasce. Una madre, però, tutta speciale, capace di riscaldare il cuore dei suoi figli per ridare loro la speranza. Maria ha attraversato più di una notte nel suo cammino di madre.
Fin dal primo apparire nella storia dei vangeli, la sua figura si staglia come se fosse il
personaggio di un dramma. Non era semplice rispondere con un “si” all’invito dell’angelo; eppure lei, donna ancora nel fiore della giovinezza, risponde con coraggio, nonostante nulla sapesse del destino che l’attendeva. Quel “si” è il primo passo di una lunga lista
di obbedienze che accompagneranno il suo itinerario di madre.
Così Maria appare nei vangeli come una donna silenziosa che spesso non comprende tutto quello che le accade intorno ma che medita ogni parola e ogni avvenimento nel suo cuore.
UNA MANO SUL CUORE
Recentemente la nostra Parrocchia ha sostenuto diverse spese straordinarie.
Rifacimento bagno nelle opere parrocchiali € 15.977; pulizia dei tetti dal guano dei piccioni da tetti e pluviali € 1.588; potatura, abbattimento e smaltimento alberi € 3.872.
Il Signore ricompensi coloro che vorranno contribuire, nella misura delle loro possibilità