-In queste domeniche di Pasqua stiamo riscoprendo la presenza di Gesù risorto nella nostra vita. Che cosa significa per noi che Gesù sia vivo? Che cosa cambia nella nostra vita e nel nostro rapporto con Dio?
-Sono domande importanti, perché corriamo sempre il rischio di avere una fede astratta e impalpabile, come se Gesù risorto fosse un fantasma, una presenza evanescente e, in fin dei conti, insignificante.
-La soluzione a questo rischio Gesù ce l’ha data creando la Chiesa, il nuovo popolo di Dio, il suo Corpo, di cui noi facciamo parte. La Chiesa è la bella sposa di Cristo, per la quale lui ha dato la vita. Il rapporto nuziale, per sua natura, è tutt’altro che insignificante: coinvolge le nostre migliori qualità e forze, i sentimenti, la volontà, l’ardore, le speranze. Quando non è così, il rapporto tra gli sposi muore.
-Questo è il rapporto che Gesù vuole avere con noi, ed è la stessa relazione che lui ha con il Padre. Lui lo esprime così: «io sono nel Padre e il Padre è in me»: c’è un’intimità così profonda che ciascuno abita nell’altro. Da questo rapporto deriva la bellezza della Chiesa, che è più grande di tutte le nostre brutture e dei nostri peccati, tutte quelle cose che di solito il mondo vede nella Chiesa.
-È importante che noi riprendiamo sempre consapevolezza di questa bellezza che Dio ha messo nella nostra vita, una bellezza che non viene meno perché Gesù rimane vivo in noi con il dono del suo Spirito.
Due esempi concreti ci vengono dalle letture di oggi.
1-Nella comunità cristiana primitiva c’era una grande comunione, ma non mancavano i problemi e le tensioni. Una di queste era legata alla presenza nella comunità di etnie diverse: c’erano infatti non solo Ebrei, ma anche Greci, che venivano dal paganesimo e che avevano una cultura diversa. La grande sfida affrontata dalla Chiesa primitiva fu proprio questa: accettare che la salvezza di Dio riguardasse anche chi non faceva parte del popolo eletto, Israele. Queste tensioni si manifestavano anche nel diverso modo di trattare i poveri, che fossero Ebrei o Greci (problemi che in fondo riguardano anche noi!). Se gli apostoli avessero ceduto alla tentazione di considerare questa tensione come un problema da eliminare, probabilmente avrebbero escluso dalla comunità quelli che creavano dissensi. Invece gli apostoli avevano ben chiaro che la comunità era la Chiesa di Gesù, guidata dallo Spirito Santo: per questo capirono che il Signore attraverso quella tensione li stava guidando per strade nuove, fuori dai loro schemi: stava chiedendo di far nascere un servizio nuovo, che creasse comunione senza che loro dovessero trascurare il compito loro proprio della preghiera e della predicazione.
2-Altro esempio è nella seconda lettura. Tutta la prima lettera di Pietro è indirizzata a delle comunità di cristiani dell’Asia Minore duramente colpite dalla persecuzione e tentate di cedere alla rassegnazione. Pietro aiuta questi cristiani a leggere nella propria vicenda storica la presenza di Gesù risorto, che non li lascia soli; li aiuta a vedere che, al di là delle debolezze e dei fallimenti, loro sono il popolo di Dio, un popolo di sacerdoti e di santi, scelti proprio da Dio per far risplendere nel mondo la sua luce. Dio sta costruendo con loro un edificio di santità e di bellezza, sta portando avanti la storia secondo i suoi disegni di bene.
-Tutte queste cose valgono anche per noi, spesso depressi e rassegnati, che non riusciamo più a vedere la nostra bellezza e così viviamo una realtà di Chiesa che si chiude su se stessa, che esclude, che si irrigidisce, che non si apre all’azione sempre nuova dello Spirito Santo.
-Gesù oggi ci consola con una promessa che ci apre alla speranza e al coraggio apostolico. «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche il me. (…) Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste». Gesù risorto ci dice di fidarci di lui, di non chiuderci nella paura.
-Quando temiamo di perderci, ricordiamoci che lui è la via che conduce al Padre.
-Quando siamo tentati di giudicare oppure di seguire le idee di questo mondo, ricordiamoci che lui è la verità che ci fa liberi.
-Quando siamo preoccupati solo di vivacchiare tranquilli in mezzo alle prove della vita, ricordiamoci che lui è la vita piena che ci riempie di gioia e di pace.