-La quaresima ogni anno comincia portandoci idealmente nel deserto, per aiutarci a fare piazza pulita di tante distrazioni e concentrare la nostra attenzione solo su Dio e su noi stessi. Al centro di tutta la creazione e del progetto di Dio sulla storia c’è l’uomo: così la nostra liturgia oggi ci fa contemplare il mistero della nostra umanità. Un’umanità ferita dal peccato e dal male; un’umanità capace di operare cose meravigliose, ma anche terribili crimini e distruzioni.
-L’altro giorno durante le benedizioni mi ha aperto la porta una persona che appena ha capito che ero il parroco ha cominciato ad urlare e a vomitarmi addosso tutta la sua rabbia contro l’umanità, esprimendo il suo desiderio che presto veniamo tutti sterminati. Non riusciva a vedere l’opera di Dio nell’uomo, ma solo il male. Al di là del suo evidente stato di esaurimento, ho pensato che davvero è tanto grande il frutto del peccato di Adamo e che a volte è così difficile vedere una via d’uscita da tutto questo male.
-Il cristiano è colui che non solo crede in Dio con tutto se stesso, ma anche che crede nell’uomo, creato ad immagine di Dio. E questo perché è Dio il primo a credere nell’uomo, al punto di essersi fatto uomo e aver vissuto su di sé tutte le conseguenze dei peccati dell’uomo. La quaresima è il tempo nel quale siamo chiamati a rinnovare e approfondire la nostra fede nell’uomo come immagine di Dio: questo sarà possibile se anziché fissare lo sguardo sulle atrocità compiute dagli uomini volgeremo lo sguardo su Gesù Cristo, il nuovo Adamo: chi vede lui vede il Padre.
-Se impariamo a credere nell’uomo, smetteremo di peccare gli uni verso gli altri; comprenderemo quanto sia terribile odiare, farsi la guerra, disprezzare e giudicare i fratelli, serbare rancore, vivere nell’indifferenza verso gli altri e verso ciò che accade nel mondo. Capiremo che peccare non è umano, come spesso affermiamo; peccare è disumano, ci priva della bellezza della nostra somiglianza con Dio e ci impedisce di amare l’umanità.
-Che cosa ci fa amare così poco la nostra umanità? Sicuramente l’esperienza del nostro limite. I nostri limiti ci scandalizzano, vorremmo eliminarli. Ma questo scandalo è frutto del peccato: è satana a farci vedere i nostri limiti come qualcosa di cattivo. Adamo ed Eva sono stati creati con un limite, ma questo non era un problema: era invece il segno del loro essere creature di Dio, un Dio che li amava e li aveva posti al centro di tutta la creazione. Il serpente invece convince la donna che quel limite è da eliminare, per poter essere come Dio. Da quel momento agli occhi dell’uomo e della donna tutto appare cattivo: la propria nudità, simbolo del limite, diventa motivo di vergogna e di paura.
-Satana ci tenta sempre sui nostri limiti. Anche Gesù, nel deserto, viene tentato su questo. Gesù infatti ha assunto i nostri limiti umani, sente la fame e la sete, le sofferenze, la fatica, l’impossibilità di cambiare il mondo. Satana punta su queste cose, ricordandogli che lui è il figlio di Dio, che può andare oltre i limiti umani e far valere il suo essere come Dio. Così anche nella nostra vita satana si manifesta: ci fa vedere come sarebbe tutto più bello e più facile se non avessimo tanti limiti. Ci dice che Dio non ci vuole bene, perché se così fosse non ci sarebbe il male, non ci sarebbero le discordie, le guerre, le ingiustizie, non permetterebbe agli uomini di fare il male, non ci sarebbero le morti degli innocenti.
-Come va affrontato il diavolo quando ci tenta? Lo impariamo da Gesù: non dobbiamo metterci a dialogare e ragionare con lui, come ha fatto la donna nel giardino di Eden. Il diavolo è più logico di noi e ci inganna come vuole. Quante volte noi ci soffermiamo a dialogare con le nostre tentazioni, e così ci caschiamo, pensando che tanto non è così male, che tanto lo faccio una volta sola, che tanto poi Dio mi perdona, che gli altri sono peggio di me, che lo fanno tutti… Il diavolo va affrontato sempre cacciandolo, oppure rispondendo con la Parola di Dio, mai con le nostre parole. Gesù dice: «Sta scritto», oppure taglia corto: «Vattene, satana».
-Più ci sappiamo affidare a Dio, più impariamo ad essere uomini e donne veri, senza più la paura e lo scandalo dei nostri limiti; scopriremo invece la meraviglia della grazia di Dio, dell’essere perdonati da lui. Gesù ci ha salvati salendo sulla croce, assumendo il nostro limite più grande, che è la morte. E proprio attraverso l’accettazione dei nostri limiti noi potremo essere salvati dall’unico vero male, che è il peccato, la lontananza da Dio.
-Che questo tempo nel deserto della Quaresima ci faccia crescere nella fede in Dio e nell’amore per la nostra fragile e bellissima umanità.