V domenica T.O. anno A 9/2/2023
-Il Vangelo delle beatitudini, che inaugura il discorso della montagna di Gesù e che abbiamo proclamato domenica scorsa, spazza via tutte le nostre precomprensioni sul Vangelo e sulla fede cristiana, indicandoci una nuova sapienza, diversa da quella umana. È la sapienza che ha portato Paolo, nella sua predicazione a non sapere altro «se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso». Paolo in realtà sapeva tante cose e ne aveva dato dimostrazione; ma si era reso conto che non si può arrivare a conoscere l’amore di Dio attraverso la sapienza di questo mondo. La sapienza di questo mondo può indicarmi una buona condotta morale e dei valori solidi; ma chi ha incontrato Gesù Cristo ormai non può più fermarsi lì. Al centro della sua vita non c’è più una legge, non ci sono più le proprie opere buone, ma c’è solo il Signore, che è la luce del mondo.
-Quando siamo stati battezzati, siamo diventati figli di Dio. Non è solo un titolo, ma il riconoscimento che noi condividiamo già la natura di Dio. Per questo Gesù dice che noi siamo il sale della terra e la luce del mondo. Non ci dice che dobbiamo esserlo, ma che lo siamo: non è un obiettivo da raggiungere, ma un punto di partenza, fa parte della nostra nuova natura di figli di Dio. Certo, dobbiamo crescere per sviluppare questo dono, come un bambino che deve imparare a camminare o a parlare, ma che è già fatto per camminare e parlare.
«Voi siete il sale della terra»
Il sale serve a dare sapore e a conservare i cibi. Il suo servizio non è appariscente: deve scomparire, sciogliersi nel cibo; ma è lui a dare sapore al cibo e non viceversa: sarebbe contro natura. Così noi siamo chiamati a stare in mezzo al mondo con la sapienza di Cristo, senza perdere il sapore a contatto con la sapienza del mondo. Solo così possiamo tenere lontani i pericoli che inquinano la vita delle persone. È sale il cristiano che non si arrende davanti alle cadute e ai fallimenti, ma che si rialza con l’aiuto di Cristo; che ama senza condizioni e sa perdonare; che opera con pazienza per costruire un mondo di pace anche quando sembra tutto inutile; che condivide il proprio pane e i propri spazi con i poveri, senza cadere in un facile assistenzialismo o paternalismo che mantengono le distanze; che sa dire e fare la verità anche quando va controcorrente e viene emarginato. Ma se si conforma al modo di pensare del mondo, ai suoi compromessi, a logiche di morte e di ingiustizia, alle mode e alle ideologie correnti, se non apre la bocca per chiamare per nome il male ma rimane spettatore passivo e complice, se si accontenta di una religiosità privata basata sul “farsi i propri affari senza fare male a nessuno”, ecco che il sale diventa insipido: è un cristiano contro natura! Anziché conservare il cibo, quel sale si corrompe insieme al cibo.
«Voi siete la luce del mondo»
Come il sale, anche la luce compie un servizio: quello di consentire a tutti di vedere. Nessuno fissa lo sguardo sulla luce, ma grazie alla luce vede tutto. Senza la luce, le cose ci sono lo stesso, ma non si vedono. Quando la luce non c’è, si desidera che ci sia, ma quando c’è, nessuno pensa alla sua presenza.
Il nostro mondo vive nelle tenebre. Anche se non sempre lo riconosce, ha bisogno della luce. Questa luce è Gesù, come abbiamo sentito nel versetto del Vangelo: «Io sono la luce del mondo: chi segue me avrà la luce della vita». Gesù è la luce che è già venuta nel mondo ed ha vinto le tenebre; ma ancora le singole persone vivono nel buio dell’ignoranza e del peccato. Il nostro compito come cristiani è quello di far risplendere la luce di Gesù, con cui siamo stati illuminati nel battesimo. Gesù dice che quella luce è la nostra, che noi siamo luce: luce riflessa, ma luce vera. Lui vuole illuminare la vita delle persone attraverso di noi. Ma a cosa serve una lampadina se rimane spenta o se la si copre?
-Come noi siamo luce del mondo? Attraverso le nostre opere di bene e di giustizia, prima di tutto: sono le prime cose che la gente guarda. Possiamo infatti dire tante belle parole, ma se non corrispondono ad uno stile di vita davvero luminoso, quelle parole non illumineranno nessuno, saranno come le lucciole nella notte, che brillano per un istante ma che non fanno luce a nessuno se non a se stesse.
-Ma non basta compiere le opere buone: occorre che le compiamo non per noi stessi, per sentirci ammirati o approvati, ma che siano il frutto dell’amore di Gesù che ci ha illuminati. Allora chi ci guarda non si fermerà a noi, ma a Dio che agisce per mezzo di noi. Ecco come saremo luce: quando faremo tutto per la gloria di Dio. Un cristiano che non fa tutto per la gloria di Dio, ma per se stesso, oppure che non fa nulla e si rinchiude nei propri spazi comodi per non correre rischi, chi si vergogna della propria fede, è contro natura: una luce che non illumina nessuno.
-In questa annuale Giornata per la Vita è importante che ci ricordiamo quanto sia importante il nostro servizio di sale e di luce. Viviamo in un mondo dove si diffonde una cultura di morte: la presenza dei cristiani deve promuovere la cultura della vita. Oggi molti pensano che la morte risolva tanti problemi: pensiamo alla promozione dell’aborto, dell’eutanasia, del suicidio assistito; pensiamo al diffondersi della violenza domestica e della violenza in generale; pensiamo a una certa politica che vede nei migranti, che fuggono dalla guerra e dalla miseria, dei problemi e dei pesi e preferisce abbandonarli al loro destino; pensiamo al crescere continuo del mercato delle armi. Questo è il frutto della sapienza del mondo. La sapienza cristiana è quella di Cristo crocifisso, che è morto per darci la vita. Il cristiano dà la vita per gli altri, non toglie agli altri la vita per i propri interessi privati. Se non è così, se non si dichiara apertamente per la vita e non la difende in ogni modo, se giustifica certe pratiche per essere politicamente corretto, non è più sale, non è più luce.
-Preghiamo oggi perché tutta la Chiesa sia nel mondo il segno della sapienza di Cristo, promuovendo in ogni modo la cultura della vita e della pace.