-Il Vangelo di Giovanni non racconta il battesimo di Gesù, ma si sofferma sulla testimonianza che Giovanni Battista rende di Gesù: è come rivedere la scena di domenica scorsa da un’altra prospettiva, non più occhi esterni, ma gli occhi di Giovanni Battista. Il tempo ordinario inizia così, per ricordarci che all’origine della nostra vita cristiana ci sta Gesù e quello che ha fatto per noi.
-Giovanni lo annuncia con meraviglia: se l’esperienza religiosa parte sempre da noi e dalla nostra ricerca di Dio, esprimendosi in offerte e sacrifici a Dio, qui sta accadendo qualcosa di totalmente nuovo: è Dio che è venuto a cercarci quando noi non lo conoscevamo, ed è lui che ha offerto se stesso in sacrificio per noi. Gesù è il vero Agnello pasquale, immolato per salvare il popolo dall’angelo sterminatore.
-Forse chi ascoltava Giovanni non ha capito subito: in aramaico la stessa parola significa “agnello” e “servo”. Chi ascoltava forse ha ricordato le parole del profeta Isaia che abbiamo proclamato nella prima lettura: «Mio servo sei tu», ecco il mio servo.
-Davvero Gesù è il servo del Signore, obbediente fino alla morte di croce: per questo è anche l’Agnello, ma questo i suoi discepoli lo capiranno dopo la sua risurrezione.
-La testimonianza di Giovanni è importante per noi, che forse tante volte crediamo di conoscere e di capire tutto. Giovanni invece ammette che lui non conosceva Gesù. Forse lo conosceva dal punto di vista umano, essendo suo parente; ma solo quando Gesù gli è venuto incontro e lo Spirito è sceso su di lui, Giovanni lo ha veramente conosciuto e l’ha potuto indicare come l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.
-Possiamo chiederci come poteva Giovanni annunciare ciò che non conosceva ancora; ma in fondo è lo stesso anche per noi. Quando parliamo di Dio, quando annunciamo Gesù agli altri, noi non conosciamo ancora davvero colui che annunciamo. Il nostro annuncio è opera dello Spirito Santo in noi, e noi stessi veniamo evangelizzati mentre diamo testimonianza. La fede si rafforza donandola, mentre si spegne quando si riduce ad un rapporto intimistico e privato con Dio. La vera conoscenza di Dio avviene dopo averlo annunciato e non prima, perché Gesù ci precede nel fratello a cui portiamo il Vangelo e ci sorprende sempre, come dice Giovanni: «Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me». Per conoscerlo, devo prima riconoscerlo come colui che mi viene incontro, che mi precede.
-Quando riconosco Gesù, imparo anche a conoscere me stesso per davvero. Infatti io sono stato pensato e creato per mezzo di lui e in vista di lui. Creandomi, Dio mi ha chiamato per nome, mi ha dato la mia identità più profonda, che non sta scritta sui miei documenti, ma «sul rotolo del libro», che è la Sacra Scrittura, la storia della salvezza. Incontrando Gesù, mi accorgo che la Bibbia parla anche di me, si compie nella mia vita. Per questo io sono santo: non per aver fatto qualcosa di speciale, ma perché Dio mi ha chiamato ad essere suo. Non è Dio che mi chiama perché sono santo, ma io sono santo perché Dio mi ha chiamato! Io voglio fare la sua volontà perché lui mi ha amato per primo, gratuitamente, non mi ha chiesto nulla.
-Ecco cosa significa quell’espressione di Giovanni Battista che ripetiamo sempre nella Messa prima della comunione: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo». Gesù ha dato tutto se stesso per noi, per togliere il peccato del mondo. Se il sangue dell’agnello immolato nella notte della liberazione dall’Egitto e sparso sugli stipiti delle porte aveva salvato gli Ebrei dall’angelo sterminatore, Gesù è il vero agnello, che con il suo sangue ci ha salvati dalla morte che è il peccato, la forza con cui il diavolo tiene il mondo in suo potere.
-Quando tra poco verranno ripetute queste parole e verranno detti beati coloro che sono invitati al banchetto della Comunione, ricordiamoci quanto Dio ci ha amati e quanto è grande la nostra chiamata alla santità; ricevendo la Comunione, pensiamo che Gesù stesso viene verso di noi e noi siamo chiamati ad annunciare la sua giustizia nella grande assemblea, a testimoniarlo ogni giorno con la nostra vita.