Battesimo del Signore anno C 8/1/2023
-Il dialogo tra Gesù e Giovanni Battista al fiume Giordano assomiglia a quello tra Gesù e Pietro al momento della lavanda dei piedi. Gesù compie dei gesti che non vengono capiti, quello di farsi battezzare e quello di lavare i piedi ai discepoli. In entrambi i casi Gesù chiede a chi gli sta di fronte di fidarsi, facendo capire che quella è la volontà di Dio. Sembra profondamente ingiusto che colui che è senza peccato e viene per battezzare in Spirito Santo si sottoponga ad un rito di purificazione che era destinato ai peccatori; come appare ingiusto che il Signore e Maestro si metta al servizio ai piedi dei suoi discepoli: è lui che deve purificare Giovanni; è lui che deve essere servito da Pietro. Eppure proprio in questi gesti si compie la giustizia di Dio, che consiste non nel “giustiziare” (come facciamo noi spesso), ma nel “giustificare”, nel rendere giusti coloro che non lo sono.
-Questa è la giustizia che il servo di Dio, annunciato da Isaia e rivelato da Dio stesso dai cieli aperti, era chiamato a portare sulla terra. La giustizia tanto attesa dal mondo si manifesta in modi profondamente diversi da quelli del mondo.
-Questo deve farci riflettere in questo frangente storico drammatico di guerra, dove appare molto chiaro chi sia l’aggressore e chi l’aggredito, e quindi chi sia dalla parte del giusto e come si debba fare giustizia. Ma di quale giustizia parliamo? Quella degli uomini? Quella che deve sancire chi è buono e chi è cattivo? Quella che ha sempre bisogno di imporsi con l’uso della forza e della vendetta?
-Siamo così certi di poterci considerare detentori della giustizia, noi che alimentiamo la guerra proclamando che siamo per la pace? Noi che finanziamo quelle organizzazioni criminali libiche che dichiariamo di combattere, permettendo che migliaia di innocenti vengano torturati e che anneghino nel mare pur di non vederli sbarcare nelle nostre coste? Noi che siamo così attenti a difendere i nostri diritti, ma non altrettanto quelli degli altri? Che ricordiamo sempre i nostri diritti ma non i nostri doveri verso gli altri?
-Evidentemente la giustizia è qualcosa che va oltre le nostre semplificazioni e i nostri ragionamenti: forse per questo Gesù parla di adempiere “ogni” giustizia, per indicare che la giustizia è qualcosa di molto più grande di quello che noi possiamo conoscere. Si parla della giustizia di Dio, che non ha bisogno come la nostra presunta giustizia di gridare in piazza, di spezzare una canna incrinata o di spegnere uno stoppino dalla fiamma smorta: non ha bisogno di prevalere con la forza, che è sempre “contro” qualcuno, ma con la verità, che è sempre “a favore” di tutti.
-Come Gesù ha portato la giustizia sulla terra? Non giudicando da fuori, ma immergendosi insieme a noi nel profondo delle ingiustizie umane e prendendo su di sé i nostri peccati, facendosi servo di tutti e obbediente fino alla croce. Per questo Dio si è compiaciuto di lui.
-Nel nostro Battesimo noi siamo stati immersi in questa giustizia di Dio: lui ci ha giustificati, ci ha guardati con amore e ci ha detto: «Questi è il figlio mio, l’amato». Così noi siamo diventati strumenti della sua giustizia, chiamati a prolungare l’opera di Gesù Cristo. Così saremo veri operatori di giustizia, non solo chiamando le cose con il loro nome, facendoci voce di chi non ha voce, denunciando il male che abbiamo attorno senza girarci dall’altra parte; ma anche pagando di persona per tutto questo. Se è nostro dovere alzare la voce per smascherare le ingiustizie e difendere la giustizia altrui, possiamo sempre rinunciare alla nostra giustizia e ai nostri diritti se serve a rompere le logiche dell’ingiustizia e ciò che alimenta il male. Il nostro unico nemico non è mai l’uomo, ma il peccato. Gesù infatti non venne a giudicare i peccatori, ma «passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo».
-Fare del bene a chi opera il male e guarirlo con l’amore che abbiamo ricevuto in dono: questa è l’unica giustizia capace di aprire i cieli. Questa è la vera rivoluzione che noi cristiani, battezzati nel nome di Cristo, possiamo e dobbiamo scatenare nel mondo.