XXXI domenica T.O. anno C 30/10/2022
-Il rapporto tra Dio e gli uomini si gioca su due velocità: ci sono processi che richiedono molta lentezza e pazienza e altri che esigono rapidità e fretta. In questo senso possiamo dire che non sempre la fretta è cattiva consigliera, come non sempre la lentezza è segno di indecisione e di incapacità.
-Partiamo dalla lentezza: oggi ci viene annunciato un Dio che sa avere pazienza e attendere di fronte ai peccati degli uomini. Non ha la nostra fretta di emettere sentenze, di condannare, di dare una parola definitiva. Questo perché ama tutte le sue creature: se non le amasse, non le avrebbe neppure create. Dio è colui che ama la vita!
-Questo atteggiamento di Dio verso ogni creatura deve sempre farci riflettere. Ci accorgiamo infatti di quanto poco in noi e attorno a noi la vita sia davvero amata e protetta.
-Pensiamo alla vita nel grembo materno: oggi siamo arrivati al punto assurdo di doverci vergognare se siamo contro la pratica dell’aborto, perché siamo subito accusati di essere dei retrogradi e di non difendere i diritti delle donne. E quelle vite innocenti non hanno diritti? Si può uccidere un innocente per difendere un diritto? Davvero l’ideologia è capace di accecarci.
-Pensiamo anche alla vita di chi fugge dalle guerre, dalle dittature, dalla povertà, dalle carestie e viene verso di noi. Com’è possibile non vedere in quelle persone disperate dei fratelli, delle creature amate da Dio? Come possiamo considerare una minaccia a prescindere tutti quelli che ci chiedono aiuto? Come possiamo restare indifferenti di fronte alla loro morte?
-Pensiamo infine alla vita di chi ha commesso delle colpe, come Zaccheo. D’istinto ci viene da vederle come vite senza dignità, meno preziose delle altre. Che cosa sarebbe stato di Zaccheo se non avesse incontrato Gesù? Sarebbe rimasto “il peccatore”, un maledetto, inchiodato alle proprie colpe. Gesù però quel giorno si è fermato e lo ha guardato: non dall’alto in basso, ma dal basso in alto. L’ha chiamato per nome; ha deciso che il suo cammino verso Gerusalemme poteva interrompersi per quel solo uomo.
-Ed ecco che qui entra in gioco l’altra dimensione, quella della fretta. Se Gesù sa fermarsi, rallentando la sua tabella di marcia per non lasciare indietro neppure quel ladro di Zaccheo, questi a sua volta sente l’urgenza di incontrare Gesù. Capisce che se si arrenderà di fronte all’ostacolo della folla che gli impedisce il passaggio, non ritroverà più la forza di cambiare. Troppe volte noi ci siamo arresi subito di fronte alle difficoltà, ci siamo impigriti, abbiamo rimandato a tempi migliori che non sarebbero più venuti. Così abbiamo lasciato perdere la preghiera, non siamo più entrati in un confessionale, non abbiamo più preso in mano il Vangelo; ci siamo rassegnati ad una vita mediocre rimpiangendo quella scelta che un giorno non abbiamo avuto il coraggio di fare; siamo rimasti soli per la paura di amare quella persona o di lasciarci coinvolgere nella vita della comunità; ci siamo induriti nel nostro punto di vista e non siamo più capaci di guardare le cose da altre prospettive.
-Zaccheo corre avanti; Zaccheo scende in fretta dall’albero; Zaccheo si alza e prende subito una decisione che cambierà la sua vita, scegliendo di essere un povero felice e ricco di amore piuttosto che essere un ricco infelice e solo.
-C’è un “oggi” che dà alla nostra vita un valore eterno. «Oggi devo fermarmi a casa tua»; «oggi per questa casa è venuta la salvezza». L’oggi di Gesù imprime un’accelerazione alla nostra vita, ci infonde una sana fretta, perché non è un giorno come gli altri, un treno che ripassa più tardi. Se in questo mondo che giudica e distrugge la vita, che mi considera un numero o mi identifica coi miei errori incontro qualcuno che ha la pazienza di fermarsi e di guardarmi negli occhi senza giudicarmi, che mi offre una possibilità nuova, che mi ama senza difendersi, che chiamandomi mi rende anche degno della sua chiamata, vale davvero la pena vivere questa vita, assumendo la sua prospettiva, decidendo di cambiare la mia, libero ormai dai giudizi di chi mi circonda. Non posso perdere tempo in tanti ragionamenti, ma occorre che mi faccia trovare pronto all’appuntamento con lui.
-Impariamo da Dio ad amare la vita, la nostra e quella degli altri, ricordandoci quanto sia preziosa per lui. E doniamola, questa nostra unica vita, per riempire di vita quelle che attendono ancora di essere riconosciute e accolte.