Assunzione di Maria in Cielo 15/8/2022
-In questa Pasqua dell’estate la Chiesa ci invita a considerare gli effetti della risurrezione di Gesù su tutta l’umanità. Infatti Gesù non è risuscitato per se stesso, ma per noi, perché anche noi vediamo realizzarsi la sua vittoria sulla morte. Gesù, dice san Paolo, è la primizia dei risorti, il primo di tanti.
-In questa festa siamo perciò tutti invitati ad alzare lo sguardo al cielo: non per sottrarci alla terra, ma per ritrovare il senso dei travagli di questa vita, la meta del nostro cammino. In questo periodo di vacanze, nel quale siamo tentati di abbassare lo sguardo per rivolgerlo alle cose di questo mondo, il Signore ci chiama a guardare oltre e a considerare il nostro destino ultimo.
-Il libro dell’Apocalisse è una grande lettura della storia. Il grande drago è simbolo di satana, che si serve dei poteri di questo mondo per dominare sugli uomini. La donna vestita di sole è la Chiesa, che in ogni tempo vive le doglie del parto per dare alla luce Gesù Cristo nella vita degli uomini. Satana si scatena contro i discepoli di Gesù, per togliere loro la fede e farli vivere secondo le logiche di questo mondo. Quello che noi vediamo nella storia è l’apparente vittoria dei potenti e dei prepotenti sui piccoli e i poveri, del male sul bene. Occorre lo sguardo penetrante della fede per vedere bene la realtà invisibile, quella della vittoria di Cristo sulla morte.
-Maria oggi ci offre il suo sguardo di fede per leggere la storia non con gli occhi degli uomini, ma con quelli di Dio; con la fede di chi vede il proprio destino finale.
-Tutte le sere i cristiani nella preghiera dei vespri (in realtà non molto praticata, purtroppo) ripetono le parole di Maria nella casa di Elisabetta, questo cantico di lode a Dio che è una vera e propria lettura teologica della storia.
-Come va letta in modo corretto la storia degli uomini? Non dal punto di vista degli uomini, ma da quello di Dio. Sui libri di storia si racconta quello che hanno fatto gli uomini (in genere i vincitori, i potenti, i ricchi); ma ciò che conta è quello che Dio ha compiuto nella storia. Maria rilegge la storia a partire da quello che ha fatto Dio, cominciando dalla propria vita: «ha guardato l’umiltà della sua serva». Maria non parte da se stessa e dalle proprie opere buone, ma Dio. Riconosce che senza di lui la sua vita è la più piccola e insignificante di tutte, ma con lui la sua vita diventa grande per sempre: «d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata».
-Poi Maria contempla l’opera di Dio in tutta la storia, un’opera invisibile e spesso non riconosciuta; un’opera innanzitutto di misericordia: «di generazione in generazione la sua misericordia su quelli che lo temono». La misericordia ribalta tutti i giudizi umani, così che i superbi vengono dispersi nei pensieri del loro cuore, i potenti vengono rovesciati dai troni e i ricchi tornano a mani vuote, mentre gli umili vengono innalzati e gli affamati vengono ricolmati di beni.
-Maria non parla con verbi al futuro, come per offrire facili consolazioni per chi oggi sta male, è povero, è oppresso; Maria parla di fatti del passato e del presente, di cui lei e il suo popolo sono testimoni. Anche lei conosce le ingiustizie umane, la violenza e il peccato che sembrano prevalere nel mondo; ma sa bene che queste cose non sono l’ultima parola sulla storia, e che tutti i poteri di questo mondo sono destinati a scomparire. Sa che l’ultima parola sulla storia ce l’ha il Signore, e per questo vive con lo sguardo ben fisso verso il compimento delle promesse di Dio.
-Cosa significa oggi celebrare questa festa di Maria assunta in cielo? Significa accettare di leggere la storia partendo da Dio e non dagli uomini, perché Dio è il Signore della storia, e in lui tutto si compie, grazie alla morte e risurrezione di Gesù Cristo, che ha vinto il nemico per eccellenza, la morte. Tutti i poteri di questo mondo nascono dalla paura della morte: accumulare ricchezze, cercare il potere, il successo, il piacere ad ogni costo, fare la guerra gli uni contro gli altri, sono modi con cui ci illudiamo di vincere la morte. Ma sappiamo che non è così. Solo Cristo ha vinto la morte, e noi potremo vincerla solo rimanendo uniti a lui, umili e piccoli nelle mani di Dio, come Maria: allora tutte le generazioni ci chiameranno beati.