La preghiera è indubbiamente una tra le attività più antiche dell’umanità. È stato spontaneo alzare lo sguardo invocando qualcosa o qualcuno di più grande di sé per salvare la propria vita dai pericoli, dalle intemperie, dalle paure. Ogni società ha sperimentato e ritualizzato questi momenti, per trasmetterli alle generazioni successive. Il dialogo con le forze superiori è diventato un volano potente per le proprie azioni o la ricerca di una risposta alle questioni più spinose, come l’ingiustizia o la morte. La novità di Gesù riguarda il rapporto invita a instaurare con Dio: rivolgersi a Lui chiamandolo Padre, dialogare con Lui come si fa con un amico, chiedergli direttamente e spontaneamente ciò di cui abbiamo bisogno. Insegnando il Padre nostro, Gesù ci aiuta anche a discernere ciò che è veramente essenziale: il sostentamento di ogni giorno (pane quotidiano), il perdono (dei peccati), la vicinanza e il sostegno interiore (non abbandonarci alla tentazione); per noi e per tutti i nostri fratelli, anch’essi figli dello stesso Padre. Così Dio regnerà e il suo nome sarà Santo sulla terra.
Dio non tiene mai la porta chiusa a chi bussa con fede. Ciò non vuol dire pretendere o ottenere tutto ciò che chiediamo, ma avere la certezza che lo Spirito Santo è il dono più grande che Dio ci può offrire e ci condurrà sempre alla Vita.
Quando pregate non fate lunghi discorsi,
il Padre è presente e vi ama,
il Padre conosce di che avete bisogno.
Preghiera è stare in ascolto
e fare la volontà del Padre
e dare un senso perfino alla morte.
Pietà è quanto ci unifica
fonte di comunione con ogni fratello
poiché il rapporto è indivisibile.
Quando stai per fare l’offerta,
e ti sovviene che il fratello ha qualcosa contro di te
vai prima a pacificarti con tuo fratello.
Preghiera è avanzare sulla via della pace,
e accettare con gioia di vivere
e aprirsi all’atto di amore.
Quando pregate, pregate così:
«Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato in noi il tuo nome.
Venga il regno tuo,
sia fatta la tua volontà
come in cielo, così sulla terra.
Dacci oggi il nostro pane per oggi,
rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori.
E non esporci alla tentazione,
poiché infallibilmente cadremo,
ma liberaci da ogni male.
Amen.
(padre Giovanni Vannucci)
Si racconta che alla Verna un frate sfidò san Francesco a recitare molti «Padre Nostro» durante una notte. Il giorno seguente, alla presunta vittoria del fraticello che elencava il numero delle preghiere recitate, il Poverello d’Assisi rispose: «Beato te! Mi sono fermato sulla prima parola per l’intera notte!».
SIGNORE INSEGNACI A PREGARE»
Che gli uomini non sappiano pregare è cosa risaputa, forse anche per questo pregano poco o per niente. La richiesta dei discepoli, «Signore, insegnaci a pregare…», indica una strada percorribile e anche abbastanza facile: impariamo dal Figlio di Dio come ci si rivolge al Padre. Gesù stesso ha pregato e il cuore della sua preghiera è il desiderio di fare la volontà del Padre in ogni circostanza, anche la più difficile.