Dalla lettera enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco
172. Il secolo XXI «assiste a una perdita di potere degli Stati nazionali, soprattutto
perché la dimensione economico-finanziaria, con caratteri transnazionali, tende
a predominare sulla politica. In questo contesto, diventa indispensabile lo sviluppo
di istituzioni internazionali più forti ed efficacemente organizzate, con autorità
designate in maniera imparziale mediante accordi tra i governi nazionali e
dotate del potere di sanzionare». Quando si parla della possibilità di qualche
forma di autorità mondiale regolata dal diritto, non necessariamente si deve pensare
a un’autorità personale. Tuttavia, dovrebbe almeno prevedere il dare vita a
organizzazioni mondiali più efficaci, dotate di autorità per assicurare il bene comune
mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei
diritti umani fondamentali.
173. In questa prospettiva, ricordo che è necessaria una riforma «sia dell’Organizzazione
delle Nazioni Unite che dell’architettura economica e finanziaria internazionale,
affinché si possa dare reale concretezza al concetto di famiglia di
Nazioni». Senza dubbio ciò presuppone limiti giuridici precisi, per evitare che si
tratti di un’autorità cooptata solo da alcuni Paesi e, nello stesso tempo, impedire
imposizioni culturali o la riduzione delle libertà essenziali delle nazioni più deboli
a causa di differenze ideologiche. Infatti, «quella internazionale è una comunità
giuridica fondata sulla sovranità di ogni Stato membro, senza vincoli di subordinazione
che ne neghino o ne limitino l’indipendenza». Ma «il compito delle Nazioni
Unite, a partire dai postulati del Preambolo e dei primi articoli della sua
Carta costituzionale, può essere visto come lo sviluppo e la promozione della sovranità
del diritto, sapendo che la giustizia è requisito indispensabile per realizzare
l’ideale della fraternità universale. […] Bisogna assicurare il dominio incontrastato
del diritto e l’infaticabile ricorso al negoziato, ai buoni uffici e
all’arbitrato, come proposto dalla Carta delle Nazioni Unite, vera norma giuridica
fondamentale». Occorre evitare che questa Organizzazione sia delegittimata,
perché i suoi problemi e le sue carenze possono essere affrontati e risolti congiuntamente.
174. Ci vogliono coraggio e generosità per stabilire liberamente determinati obiettivi
comuni e assicurare l’adempimento in tutto il mondo di alcune norme essenziali.
Perché ciò sia veramente utile, si deve sostenere «l’esigenza di tenere fede
agli impegni sottoscritti (pacta sunt servanda)», in modo da evitare «la tentazione
di fare appello al diritto della forza piuttosto che alla forza del diritto». Ciò
richiede di potenziare «gli strumenti normativi per la soluzione pacifica delle controversie
[…] in modo da rafforzarne la portata e l’obbligatorietà». Tra tali strumenti
normativi vanno favoriti gli accordi multilaterali tra gli Stati, perché garantiscono
meglio degli accordi bilaterali la cura di un bene comune realmente universale
e la tutela degli Stati più deboli.