Che ci crediamo o no, Gesù ci attende sempre sulla riva della vita. Per noi ha un fuoco acceso, il calore della pace e di un abbraccio. Ha il nutrimento per il corpo, il cuore, la mente e l’anima. Ha la conferma che la risurrezione c’è, in ogni vita, in ogni tempesta, in ogni situazione, in ogni istante. Se lo vogliamo ascoltare, lui ha i suggerimenti migliori, sa dove pescare ciò che è bene per noi, e la sua rete non si squarcerà mai. Tocca però a noi muoverci nella sua direzione, come Pietro non indugiare, tuffarci in acqua e andare da lui.
Come indica l’Apocalisse, Gesù (l’Agnello) è colui che svela il senso profondo della storia: un percorso dove Dio raccoglierà l’umanità e la condurrà alla pienezza, a immagine di colui che è «degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione»: il mite agnello che ha saputo consegnarsi per amore. Non ci stupisce dunque che l’unico requisito che Gesù risorto chiede a Pietro per confermargli la guida della Chiesa è proprio l’amore. Amore nei confronti del Cristo, amore nei confronti del suo gregge, amore nei confronti di se stesso. Pietro ha attraversato le brutte acque del tradimento, del peccato, della sconfitta. Ma ha saputo raggiungere la riva, ritrovare entusiasmo, convinzione, dedizione per il Maestro. Facciamolo sempre anche noi.
Un nuovo giorno di vita ci è offerto,
vogliamo seguirti, Signore, dove Tu oggi sarai.
Nei sogni di pace, nei cuori degli uomini,
nella bellezza delle cose, nei cuori assetati di te.
Nella dimora segreta del cuore, nella voce intima che indica la via. Negli alberi, nel vento, nell’acqua perenne, nella terra, nella luce, nella roccia inflessibile.
Nella luce del giorno, nella vita ardente,
nel lavoro intenso, nella calma delle soste,
nell’incontro dell’amico, nella domanda di amore,
nel cuore che si spoglia di sé.
In questa casa che è tua, educa le nostre mani
a opere giuste. Nutri di verità la nostra parola.
In questa casa che è tua, apri i nostri occhi
alla bellezza, le nostre orecchie alla sapienza.
Aiuta il cuore ad amarti di più,
a sentire in Te, pellegrino senza frontiere,
la nostra vera terra. Amen.
(padre Giovanni Vannucci)
Maciej Leszczynski da adolescente voleva diventare rocker. «Passando per diverse correnti artistiche o filosofiche cercavo la mia strada. Ma sentivo sempre un vuoto». Nato alla frontiera tra Polonia e Bielorussia, di madre cattolica e padre ortodosso, svolta la vita incontrando un gruppo di studenti di una scuola di iconografia. Si laurea in teologia ortodossa e apre un atelier in Francia. Oggi, a quasi quarant’anni è autore di icone e affreschi dipinti per chiese di mezza Europa. Racconta: «Ho sentito che scrivendo l’icona di Cristo, della Madre di Dio o di un santo, ciascuno di essi era realmente di fronte a me. I miei amici non hanno mancato di notarlo: i miei gesti, il mio modo di parlare, i miei gusti cambiavano. L’icona spinge a una trasformazione interiore». «L’icona mi ha fatto scoprire un universo davanti al quale mi sento piccolissimo. Essa non appartiene davvero a chi la dipinge. È un mistero: Dio agisce attraverso l’icona. L’icona è una finestra sul Regno, uno specchio dello stato di santificazione a cui tutti siamo chiamati».
«VENITE A MANGIARE»
Gli apostoli fanno la pesca straordinaria, ma è Gesù che prepara il «banchetto» di pane e pesce. Il suo invito, «Venite a mangiare», risuona per tutti i cristiani ogni domenica, giorno e luogo del banchetto eucaristico, fatto di Parola e Pane. La fatica, fruttuosa o no, di tutta la settimana, trova ristoro ed energia nuova nella comunità raccolta attorno al Signore Gesù, risorto e fatto pane di vita eterna e vino di salvezza.
Il Rosario è la mia preghiera prediletta meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità. In questa preghiera ripetiamo le parole cle la Vergine Maria udì dall’Arcangelo e dalla sua parente Elisabetta. A queste parole si associa tutta la Chiesa. Il nostro cuore può racchiudere nel Rosario tutti i fatti che compongono la vita dell’individuo, della famiglia, della Chiesa e dell’umanità. Vicende personali e in modo particolare di coloro che ci stanno più a cuore. Così la semplice preghiera del Rosario racchiude tutta la vita umana”
San Giovanni Paolo II