II domenica di quaresima anno C 13/3/2022
-Siamo immersi in una storia di tenebre e di paura, e questo condiziona la nostra vita: tanti in questi giorni vivono in uno stato permanente di angoscia, di insicurezza, di tristezza per i fatti drammatici che avvengono alle porte dell’Europa. Si fa fatica ad immaginare una soluzione a tutto questo, tutto sembra così terribilmente difficile e assurdo e il futuro non è mai apparso così incerto.
-Penso allo stato d’animo di Abram, che dopo aver lasciato la propria terra e le proprie sicurezze per seguire il sogno di una promessa fatta da Dio, si trova straniero senza una terra e senza una speranza per il futuro. Rimpiange ciò che ha lasciato e se la prende con Dio che non ha mantenuto le sue promesse. Ma Dio rilancia, promettendo ad Abram una discendenza numerosissima e una terra sconfinata. Come segno di alleanza, passa come fuoco in mezzo a degli animali divisi da Abramo: a quel tempo si facevano così i patti, per dire: se non mantengo la promessa, che io faccia la fine di questi animali divisi in due. Dio solo passa in mezzo, non Abramo: è Dio ad assumersi tutto l’onere di questo patto.
-Pensiamo ora a Gesù e ai suoi discepoli. Gesù aveva da qualche giorno annunciato loro che avrebbe subito la passione e la croce, per risorgere il terzo giorno. Questo discorso aveva sconvolto i discepoli, che non riuscivano a concepire che il Cristo potesse vivere questa sorte terribile di morte. Quando la croce tocca la nostra vita, quando la vediamo profilarsi all’orizzonte come prospettiva concreta, ci fa paura, ci dà tristezza, provoca rabbia e impotenza.
Certo, Gesù aveva annunciato anche la risurrezione, ma chi aveva esperienza della risurrezione? A pensarci bene anche noi siamo molto colpiti dal Vangelo della croce, mentre quello della risurrezione lo sentiamo con più distacco. Le nostre comunità vivono in modo forte il tempo quaresimale, ma non possiamo dire che vivano con altrettanta intensità il tempo pasquale. Perché? Perché abbiamo tutti esperienza della croce, della morte: se non su noi stessi, almeno su altri. Ma quale esperienza abbiamo della risurrezione? Ci sembra un fatto così lontano ed astratto… Viviamo, direbbe il Papa, uno stile di Quaresima senza Pasqua!
-Gesù sa che i suoi discepoli non possono reggere il peso della croce senza la prospettiva della risurrezione. Per questo alcuni giorni dopo prende con sé tre dei suoi apostoli, e sul monte si trasfigura davanti a loro, offrendo loro un anticipo della risurrezione. Si tratta di un’esperienza così bella che non vorrebbero più uscirne fuori, ma poi vengono rimandati all’ascolto obbediente della parola di Gesù.
-Ecco di cosa abbiamo bisogno nel cammino oscuro in questo mondo: non di soluzioni ai problemi, ma di vedere oltre ciò di cui abbiamo immediata esperienza. Abbiamo bisogno che il Signore ci mostri almeno per qualche istante la bellezza che portiamo in noi, la potenza della sua risurrezione nella nostra vita così fragile, la sorte a cui Dio ci ha destinati al di là del dolore e della morte. Chi potrebbe mai accogliere con amore la propria croce, affrontare la tempesta di male che infuria sul mondo, senza aver fatto esperienza della bellezza della vita eterna che Dio ci ha conquistato?
-La nostra vita cambia radicalmente quando ci viene dato di vedere questa bellezza sfolgorante: la bellezza di Gesù che per amore nostro ha preso su di sé il nostro dolore; una bellezza che portiamo in noi ma che spesso non sappiamo vedere in noi e negli altri. Mentre il nostro mondo si comporta da nemico della croce di Cristo pensando di risolvere il problema del dolore procurando la morte a chi soffre, Gesù Cristo ci mostra la bellezza del dare la vita prendendo su di sé il dolore umano e tutto il suo scandalo. Se si imprime nella mia mente e nel mio ricordo questa bellezza infinita di Gesù risorto e di ciò che sono chiamato a diventare, non smetterò di fidarmi di Dio e di annunciarlo anche nel tempo del buio e della sofferenza; all’ora del tramonto saprò scacciare gli uccelli rapaci del dubbio e della rassegnazione che insidiano l’alleanza di Dio con me, finché lui stesso si manifesterà come luce nella mia vita.
-Ecco l’annuncio di gioia e di speranza che oggi risuona per noi: tu sei un portatore di bellezza, fatto ad immagine della bellezza di Dio, destinato a trasfigurarti a immagine di Gesù risorto. Non sentirti sbagliato e non pensare che la tua vita sia sbagliata, perché Dio non sbaglia con noi. Non lasciarti rubare la speranza; non fare l’abitudine al brutto, al degrado, al male, non vivere da rassegnato. Illumina il buio della storia in cui vivi rendendo presente l’amore di Gesù Cristo, che ha dato la vita per te; e non smettere di ascoltare la sua voce che ti guida nel cammino di questa vita fino a quando giungerai alla tua vera patria, nel cielo.