Nel linguaggio comune con la parola battesimo oggi indichiamo una novità o un inizio nella nostra vita; possiamo pensare ad esempio al cosiddetto battesimo del volo, fonte di nuove ansie per le persone più sensibili.
Ci rifacciamo certamente alla tradizione cristiana, che vede nel Battesimo le liete novità della purificazione dal peccato originale e l’ingresso nella comunità ecclesiale.
Il Vangelo di oggi mette in evidenza la differenza del battesimo di Giovanni da quello di Gesù. Il primo è una scelta di cambiamento morale fatta dagli uomini e segnata pubblicamente dal gesto dell’immersione nell’acqua davanti a un profeta di Dio.
Il secondo è il segno dell’invocazione a Dio stesso del suo Santo Spirito, come un fuoco che sprigiona calore ed energia. E Dio non può fare a meno di esaudirci, se gli apriamo cuore, mente e anima. Questa esperienza, dunque, può non coincidere con la data del nostro Battesimo o della nostra Cresima; ma, proprio in virtù di quell’evento, può riaccendersi in ogni momento della vita, non appena siamo pronti a sentire la voce del Padre nostro, che come a Gesù, dice anche a ciascuno di noi: «Tu sei il figlio mio, l’amato. In te ho posto il mio compiacimento».
Sì, Dio ci ama, e si compiace di noi, delle potenzialità che ci ha dato e di ciò che stiamo facendo per tirarle fuori e offrirle al mondo. Davvero il suo Spirito ci scalda con questa certezza e ci muove verso nuovi inizi, per noi e per l’umanità.
PASSI IL TUO SPIRITO!
Passi il tuo Spirito, Signore
come la brezza primaverile,
che fa fiorire la vita e schiude l’amore.
Passi il tuo Spirito
come l’uragano che scatena una forza sconosciuta
e solleva le energie addormentate.
Passi il tuo Spirito nel nostro sguardo
per portarlo verso orizzonti più lontani e più vasti.
Passi nel nostro cuore
per farlo bruciare di passione per il tuo Vangelo;
passi il tuo Spirito nelle nostre menti
per farvi fiorire pensieri fecondi.
Passi il tuo Spirito, Signore,
sulle nostre mani stanche per rianimarle
e rimetterle gioiosamente all’opera.
Passi il tuo Spirito fin dall’aurora,
per portare con sé tutta la giornata in uno slancio
generoso;
passi all’avvicinarsi della notte,
per conservarci nella tua luce e nella tua grazia. Amen.
(padre Giovanni Vannucci)
DALLA LETTERA DI PAPA FRANCESCO AGLI SPOSI
IN OCCASIONE DELL’ANNO “FAMIGLIA AMORIS LAETITIA”
Cari sposi e spose di tutto il mondo!
La vocazione al matrimonio è una chiamata a condurre una barca instabile – ma sicura per la realtà del sacramento – in un mare talvolta agitato. (Mc 4,38). Non dimentichiamo che, mediante il Sacramento del matrimonio, Gesù è presente su questa barca. Egli si preoccupa per voi, rimane con voi in ogni momento. In un altro passo del Vangelo, in mezzo alle difficoltà, i discepoli vedono che Gesù si avvicina nel mezzo della tempesta e lo accolgono (Mc 6,51). È importante che insieme teniate lo sguardo fisso su Gesù. Solo così avrete la pace, supererete i conflitti e troverete soluzioni a molti dei vostri problemi. Non perché questi scompariranno, ma perché potrete vederli in un’altra prospettiva.
Solo abbandonandovi nelle mani del Signore potrete affrontare ciò che sembra impossibile. La via è quella di riconoscere la fragilità e l’impotenza che sperimentate davanti a tante situazioni che vi circondano, ma nello stesso tempo di avere la certezza che in questo modo la forza di Cristo si manifesta nella vostra debolezza (cfr 2 Cor 12,9). È stato proprio in mezzo a una tempesta che gli apostoli sono giunti a riconoscere la regalità e la divinità di Gesù e hanno imparato a confidare in Lui. Alla luce di questi riferimenti biblici, vorrei cogliere l’occasione per riflettere su alcune difficoltà e opportunità che le famiglie hanno vissuto in questo tempo di pandemia. Per esempio, è aumentato il tempo per stare insieme, e questa è stata un’opportunità unica per coltivare il dialogo in famiglia. Certamente ciò richiede uno speciale esercizio di pazienza; non è facile stare insieme tutta la giornata quando nella stessa casa bisogna lavorare, studiare, svagarsi e riposare. Non lasciatevi vincere dalla stanchezza; la forza dell’amore vi renda capaci di guardare più agli altri – al coniuge, ai figli – che alla propria fatica. Chiedete questo dono con insistenza alla Santa Famiglia. In questo modo, stare insieme non sarà una penitenza bensì un rifugio in mezzo alle tempeste. Che la famiglia sia un luogo di accoglienza e di comprensione.
VANGELO VIVO
Nahed Mahmoud Metwalli è nata in una famiglia musulmana influente e ferocemente ostile al cristianesimo. Direttrice nella principale scuola femminile del Cairo (4000 alunne), è particolarmente rigida con le giovani cristiane, convinta questo sia suo dovere. Un legame di simpatia con la nuova segretaria inizia a far breccia nella sua diffidenza, fino a una strana visione della Madonna, secondo l’immagine che l’amica teneva al collo, e di Cristo, che le dice: «Pace a te. Una missione ti sarà rivelata a suo tempo». Non ha mai letto il Vangelo né sa chi sia quel Signore; lo riconoscerà nell’immagine della Sindone: «È lui, ma è tanto più bello!». Il cammino successivo la porta al Battesimo nel 1988, dopo il quale è lei stessa a essere licenziata, perseguitata e costretta all’esilio in Europa. Ha pubblicato la sua storia in arabo per i musulmani che vivono dove la libertà di coscienza è rispettata ed è felice. Scrive: «La fede cristiana mi ha dato una pace e una gioia incredibili».