Maria è la mamma di Natale. Madre di Gesù e madre nostra, madre di Dio e madre dell’umanità. Maria di Nazaret aveva e ha un cuore grande. Una ragazza incinta che ha il coraggio di andare in una diversa regione per accompagnare sua cugina nel tempo del parto. Una madre che vede morire suo figlio su una croce e, seguendo il suo ultimo desiderio, si accolla la sua intera comunità, animandola di fede e di speranza. Una donna assunta nel cielo di Dio che da lì continua a interessarsi, intercedere e amare chi le si rivolge con rispetto e devozione.
Le parole e i gesti di Maria non sono numerosi nei vangeli, ma pieni di significato. Lei è riempita di doni divini (piena di grazia), di cui non si accolla meriti. Si interroga sul significato di certe situazioni complicate o di parole che trova difficile comprendere. Ma poi accetta di essere semplicemente serva del Signore, felice di compiere la sua volontà. Maria è la maestra del Natale. Ci insegna ad accogliere i doni più grandi senza spaventarci delle fatiche e delle responsabilità che questo comporta. Ci insegna a fidarci di Dio, qualunque cosa succeda. Lui ha stelle che illuminano le notti più buie, pastori che notano la grandezza dei poveri e degli umili, angeli che ricordano la gioia infinita che ci attende. Lui ha salvato, salva e salverà. Nessuno che lo guardi con l’occhio amorevole e commosso di una madre col proprio figlio resterà deluso.
MARIA, TU SEI L’ANNUNCIO
Maria, tu sei l’annuncio,
Maria, tu il preludio,
Maria, tu l’aurora,
Maria, tu la vigilia,
Maria, tu la preparazione immediata,
che corona e mette termine
al secolare svolgimento del piano divino della
redenzione; tu il traguardo della profezia,
tu la chiave d’intelligenza
dei misteriosi messaggi messianici,
tu il punto d’arrivo del pensiero di Dio,
«termine fisso d’eterno consiglio».
La tua apparizione, o Maria,
nella storia del mondo
è come una luce del mattino,
ancora pallida e indiretta, ma soavissima, ma bellissima;
la luce del mondo, Cristo, sta per arrivare;
il destino felice dell’umanità,
la sua possibile salvezza, è ormai sicuro.
Tu, o Maria, lo porti con te.
(papa Paolo VI)
VANGELO VIVO
«Sono tua madre. Sono tua madre, eppure… Quando il test di gravidanza è risultato positivo, io non c’ero. Durante la tua gravidanza, io non c’ero. Alla tua nascita, io non c’ero. Al tuo allattamento, io non c’ero. Sono tua madre, ma neanche all’inizio del tuo svezzamento, ai tuoi primi passi, ai tuoi primi controlli medici c’ero. No, non c’ero. Ma sono tua madre. E ora ci sono. Quando piangi, ci sono. Quando ridi, ci sono. Quando corri, mangi, dormi, urli, ci sono. Quando devi essere interpretato, io ci sono. Quando dicono che mi somigli, quando mi chiami, quando mi dai le tue capocciate-baci, quando mi sorridi ecco, allora lì non solo ci sono, ma mi accorgo che in qualche modo io ci sono sempre stata» (dal diario di una mamma adottiva).