L’affermazione che come esseri umani siamo tutti fratelli e sorelle, se
non è solo un’astrazione ma prende carne e diventa concreta, ci pone una
serie di sfide che ci smuovono, ci obbligano ad assumere nuove prospettive
e a sviluppare nuove risposte.
Quando il prossimo è una persona migrante si aggiungono sfide complesse.
Certo, l’ideale sarebbe evitare le migrazioni non necessarie e a tale
scopo la strada è creare nei Paesi di origine la possibilità concreta di vivere
e di crescere con dignità, così che si possano trovare lì le condizioni per
il proprio sviluppo integrale. Ma, finché non ci sono seri progressi in questa
direzione, è nostro dovere rispettare il diritto di ogni essere umano di
trovare un luogo dove poter non solo soddisfare i suoi bisogni primari e
quelli della sua famiglia, ma anche realizzarsi pienamente come persona. I
nostri sforzi nei confronti delle persone migranti che arrivano si possono
riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
Infatti, «non si tratta di calare dall’alto programmi assistenziali, ma di
fare insieme un cammino attraverso queste quattro azioni, per costruire
città e Paesi che, pur conservando le rispettive identità culturali e religiose,
siano aperti alle differenze e sappiano valorizzarle nel segno della fratellanza
umana».
Ciò implica alcune risposte indispensabili, soprattutto nei confronti di
coloro che fuggono da gravi crisi umanitarie. Per esempio: incrementare e
semplificare la concessione di visti; adottare programmi di patrocinio privato
e comunitario; aprire corridoi umanitari per i rifugiati più vulnerabili;
offrire un alloggio adeguato e decoroso; garantire la sicurezza personale
e l’accesso ai servizi essenziali; assicurare un’adeguata assistenza consolare,
il diritto ad avere sempre con sé i documenti personali di identità,
un accesso imparziale alla giustizia, la possibilità di aprire conti bancari e
la garanzia del necessario per la sussistenza vitale; dare loro libertà di
movimento e possibilità di lavorare; proteggere i minorenni e assicurare
ad essi l’accesso regolare all’educazione; prevedere programmi di custodia
temporanea o di accoglienza; garantire la libertà religiosa; promuovere
il loro inserimento sociale; favorire il ricongiungimento familiare e preparare
le comunità locali ai processi di integrazione.